Direttamente dall'Uruguay, un horror dove gli infetti possiedono tutti i criteri del caso: corrorono veloci, sono ultra violenti, non hanno pieta' o rimorsi, temono l'acqua e sono abbastanza stupidi come le capre (anche se c'è una eccezione)... con l'aggiunta però di un particolare che puo' salvare la vita: ovvero dopo il loro raptus omicida hanno un blocco corporeo temporaneo di 32 secondi, denominato appunto Virus-32, che in questi casi, per chi fugge, fa tutta la differenza del mondo.
A farne le spese - tra i molti - una giovane donna di Montevideo, mamma single, non propriamente il genitore dell'anno, alla quale un fatto tragico in passato ha cambiato l'esistenza, che invece di badare giornalmente della figlia adolescente preferisce passare il dopo lavoro con la coinquilina a sballarsi un po'. Un venerdi' sera sara' costretta a portala con se al lavoro, dato che l'ex compagno non potra' occuparsese, in un posto dove per la piccola sarebbe anche vietato stare, poiche' a causa della grave crisi in cui versa il Paese, la giovane madre è costretta ad accettare qualsiasi impiego, finendo a fare da vigilante notturno all'interno di un complesso Sportivo semi abbandonato. Inconsapevole che fuori è scoppiata un'infezione che trasforma le persone in mostri, quella notte diventera' un incubo per entrambe.
Discreto horror che funziona, con una buona regia che spesso sa usare anche dei piani sequenza notevoli, anche se naturalmente attinge a piene mani dai mostri sacri del passato, da "28 Giorni dopo" a "La citta' verra' distrutta all'alba" passando anche per Carpenter.
Una sorpresa dall'Uruguay, chi l'avrebbe mai detto.
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