TRIESTE SCIENCE + FICTION FESTIVAL 2020
#Alive o Alone? Chi è nato prima e chi è remake?
#Alive, per la regia dell'esordiente Il Cho, visto a fine settembre di quest'anno, è un film coreano ispirato al webtoon del 2014 Dead Days, di Matt Naylor e narra le drammatiche vicissitudini di un giovane che si sveglia nel suo appartamento e scopre che fuori, dappertutto, una misteriosa epidemia ha trasformato e sta trasformando le persone in zombies assetati di sangue umano.
A corto di cibo ed acqua, dovrà industriarsi per sopravvivere e troverà aiuto, complicità e anche qualcosa di simile ad un innamoramento, con una dirimpettaia, superstite pure lei.
Assieme saranno costretti a collaborare, fino a riuscire l'uno a raggiungere rocambolescamente l'altro, per fuggire in cima al palazzo ove, dopo un incontro pericoloso con un anziano ed ambiguo sopravvissuto, riusciranno a trovare scampo per un soffio, con l'aiuto dell'esercito.
Questo Alone, visto di recente al Trieste Science + Fiction Festival, racconta esattamente la medesima storia, ed è infatti basato sulla medesima base narrativa, ma ne costituisce una versione americana, da cui, probabilmente, i coreani hanno preso spunto per "l'instant remake" di cui sopra. Oppure viceversa. Poco importa in effetti.
Difficile infatti poter scegliere tra i due, entrambi film medi di buona fattura, anche se questa versione, diretta da un esperto di action e horror conosciuto come Johnny Martin, presenta una chicca più facile da apprezzare per noi occidentali, e rappresentata dalla presenza del grande attore Donald Sutherland, impegnato in un ruolo apparentemente di contorno, ma a tutti gli effetti il più complesso e doloroso, oltre che inquietante, di tutto il film.
Di fatto, e nonostante ciò, costretto a scegliere, propenderei per la versione coreana, più pimpante e adrenalinica.
Entrambi i film, a loro volta, paiono ispirati all'altro recente ma precedente bel film francese, La nuit a dévoré le monde, del regista Dominique Rocher, targato 2018 e di ambientazione parigina.
Film tutti derivativi, appartenenti al un filone ahimè sin troppo sfruttato e speculato, che tuttavia si lasciano guardare riservando alla vicenda un certo piglio emotivo che, pur non riuscendo più a sbalordire, è ancora in grado di trattenere salda l'attenzione sulla corsa per la sopravvivenza che immancabilmente diviene il principale filo conduttore della storia.
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