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Fine di una storia

Regia di Neil Jordan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Fine di una storia

di Baliverna
8 stelle

*** DIVERSE ANTICIPAZIONI **** E' un film decisamente sentimentale, nel senso che si concentra solo sulla relazione adulterina di una coppia, sul loro contrastato amore, però c'è anche altra carne al fuoco. Come spesso in Graham Greene (autore del romanzo) compare il tema religioso, che forse è anche quello principale.
Lui è miscredente, lei ha una leggera patina anglicana e una vaga fede nell'esistenza di Dio. Durante le loro frequentazioni, però, alcune circostanze piccole e grandi spingono lentamente lei verso la fede, sicché questa inizia a incidere fortemente sulla sua vita e sulle sue scelte. E' una fede combattuta e forse incerta, che però preme forte su di lei. Inizia ad avere alcune profonde intuizioni, e cerca, con alterni successi, di lasciare l'amante e a tornare dal marito. Come la situazione sia alla fine è difficile dirlo - e forse questa è una debolezza del film. Quello che è però chiaro è che lei trova la fede; benché sia solo un sottile filo che afferra nel disordine della sua vita, è comunque un fatto concreto.
Il contraltare di lei è lui, il protagonista e narratore, che invece rimane arroccato nella sua chiusura. Le sue esternazioni in merito e una specie di cammino che compie hanno comunque qualcosa da dire. All'inizio il suo sembra ateismo, ma si rivela pian piano rifiuto e odio di Dio, che culminano nella lapidaria frase finale "Dio, io ti odio". La sua situazione fa vedere come molti casi di ateismo siano in realtà dei rifiuti più o meno coscienti di Dio, magari per vecchi rancori personali mai sopiti. La differenza tra lei e lui sta nell'apertura di lei e nella chiusura di lui di fronte probabilmente alle stesse sollecitazioni, fatto che ricorda l'imprescindibile libertà umana.
E' un film che cerca di tagliare col bisturi questioni profonde e delicate, e ci riesce discretamente. L'intera trama oscilla continuamente tra fede e rifiuto di Dio, tra perdizione e salvezza, tra desiderio di abbandonare il peccato e incapacità di farlo. Anche il personaggio del prete che non riesce a vivere in castità ricorda questa aporia. Lo stesso Greene aveva vissuto una relazione extraconiugale, e probabilmente cercò di rappresentare in questo romanzo i conflitti interiori che lo crucciavano.
In generale, Neil Jordan gira un buon film sentimentale e introspettivo, che per stile ricorda vagamente il noir. Non tutto è perfetto (come i non sempre chiarissimi salti temporali), ma in complesso il regista direi che ha superato la prova, rivelandosi abbastanza attento e delicato per inscenare situazioni e questioni complesse. Ho trovato bravi i due protagonisti, specialmente Ralph Fiennes, il quale ha certe espressioni che esprimono l'inesprimibile a parole. Da guardare col cuore e con la testa.

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