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Mystery, Alaska

Regia di Jay Roach vedi scheda film

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La recensione su Mystery, Alaska

di degoffro
4 stelle

Quando la frase di lancio di un film è "dal regista di Austin Powers" è ovvio che non si può pretendere molto: se adesso anche un qualsiasi Jay Roach ha un tale onore vuol dire proprio che il cinema è alla canna del gas!!! Ripescato dalla Buena Vista dai fondi di magazzino per approfittare della presenza nel cast di Russel Crowe, decisamente appannato, estremamente ingrassato, ben lontano dall'essere un sex simbol, qui nei panni dello sceriffo di Mistery, grande giocatore di hockey, pronto a guidare la squadra del suo paese nella gloriosa sfida contro i New York Rangers. Nonostante il cast a cinque stelle (oltre a Crowe, Burt Reynolds, Lolita Davidovich, Colm Meaney) Roach costruisce una storia banalissima ed insapore, con una sfilza di luoghi comuni da lasciare increduli. Situazioni alla "American pie" (c'è un ragazzo che soffre di eiaculazione precoce e la fidanzata, disperata, si confida con la madre perché non riesce mai a fare l'amore con lui!!!), intrecci da telenovelas (Burt Reynolds, giudice integerrimo, con un passato da grande giocatore di hockey, che rinfaccia al figlio di avere rinunciato ad una prestigiosa carriera giuridica per limitarsi ad essere un mediocre giocatore, salvo poi pentirsene; Russel Crowe geloso della bella moglie che ride e scherza amichevolmente con un suo ex spasimante venuto da New York per organizzare la sfida, si rende poi conto che in realtà la donna, accettando di vivere al suo fianco in un posto dimenticato da Dio e dandogli tre figli, gli ha fornito la più sincera e grande dimostrazione d'amore; la moglie del sindaco che se la spassa con uno dei giocatori della squadra locale, ma nello zuccheroso finale in cui c'è gloria per tutti, troverà il perdono del paziente marito, che peraltro è il sindaco della cittadina), dialoghi e situazioni letteralmente da spogliatoio: i brividi sono frequenti e non certo per le temperature polari in cui è ambientata la vicenda (gli scenari naturali sono l'unica ragion d'essere del film, vedi l'affascinante sequenza d'apertura con il protagonista che si allena pattinando per strade innevate e deserte), ma per l'imbarazzo che si prova nell'assistere ad una vicenda che vorrebbe essere edificante e istruttiva, ma finisce per essere superficiale, demenziale e spesso sconcertante, comunque mai divertente. Nulla esce dai binari del prevedibile e del risaputo, men che meno la prolungata sfida di hockey con in nostri prima in vantaggio, poi surclassati dai più celebrati avversari, quindi costretti ad una rimonta che pare impossibile, infine, nonostante tutto, osannati dal loro pubblico che si alza in piedi per applaudirli, decretandone l'inevitabile trionfo (come per dire d'accordo si è perso, ma si è dato tutto ed è questo quello che conta realmente nella vita!!!). Tutto suona falso, ipocrita, stucchevole, anonimo e tedioso: l'ennesimo inutile e scontato prodotto hollywoodiano, interpretato svogliatamente da un cast in vacanza premio e privo del benché minimo interesse.
Voto: 3

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