Regia di Joyce Buñuel vedi scheda film
L’eco dei ritmi della musica caraibica trasportato da “Buena vista social club” ancora non si spegne sul Vecchio Continente, che si tenta il bis con “Salsa”, una commedia che parla del bisogno di negritudine e di ritmi febbrili, di un giovane concertista di Tolone, figlio della buona borghesia. Lasciate alle spalle famiglia e carriera, il “dolce Rémi” arriva a Parigi per reinventarsi una vita come musicista e danzatore cubano sotto la paterna guida del grande Chucho Barreto, assumendo il nome esotico di “Mongo”, che ricorda tanto Flash Gordon. Amore, musica e insostenibili colpi di scena s’intrecciano nel film di Joyce Buñuel, che ha poco a che spartire col suo omonimo, e le uniche cose che abbondano nel film, a parte la banalità assoluta della sceneggiatura, sono i raggi Uva e i tubetti di crema autoabbronzante necessari a trasformare il biondino Rémi in un vero cubano e le forme giunoniche della bella protagonista Christianne Gout. Una salsa che si addice più a un bollito che a un film, e la colonna sonora curata dai “Sierra Maestra”, rispetto a quella di “Buena vista”, sembra poco più di un diligente compitino.
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