Regia di Marco Aleandri vedi scheda film
Girato in contemporanea e con lo stesso cast - o quasi - dell'insulso Tanto va la gatta al lardo..., questo Ridendo e scherzando ha, di meglio del suo 'gemello', solamente una cosa: il titolo. Che è più sincero ed esplicito dell'altro; programmaticamente, il messaggio è: qui non si fa sul serio, non c'è nient'altro che una serie di sguaiati sketch e chi vuol esser lieto sia. Cinque episodi in tutto, di una banalità rara a vedersi e con l'apice finale dell'ennesima riproposizione del topos del marito cornificato a sue spese, con un prestito che il cornificatore rende alla moglie spacciandolo per il compenso della sua 'prestazione'. Non servono, per tanto misero risultato, Walter Chiari, Gino Bramieri, Stefano Satta Flores (peraltro qui incontenibile, nei panni dello stesso tifoso del Napoli dell'altra pellicola), Fiorenzo Fiorentini; anche il cast tecnico è il medesimo, con le musiche di Enrico Simonetti e la fotografia di Alfio Contini. La sceneggiatura è invece un misfatto perpetrato dal solo Aleandri, pseudonimo che cela il nome di Vittorio Sindoni, già noto ai tempi per altre farsette scollacciate e similmente volgari. Se era possibile peggiorare qualcosa in Tanto va la gatta al lardo..., ecco che ce la si è fatta. 1,5/10.
Cinque episodi. La moglie, per coprire il tradimento, infila nel letto del marito una spogliarellista. Un tifoso del Napoli viene scambiato per Sindona e arrestato, proprio mentre sta andando allo stadio. Il maggiordomo della diva viene da lei incaricato di ucciderne il marito, ma tutti i piani falliscono. Il marito geloso paga un attore perchè si finga l'amante della moglie. Il portiere del palazzo si fa prestare i soldi dal marito per pagare una sveltina con la moglie.
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