Regia di Clem Vallance vedi scheda film
Dal polo nord al polo sud in poco più di sei mesi, viaggiando tra terra e mare: questa è la sfida che Michael Palin ha accettato e che ci racconta in questo documentario.
A tre anni di distanza dal Giro del mondo in 80 giorni (1989), Michael Palin – attore britannico maggiormente noto al pubblico come membro dei Monty Python’s – torna a realizzare un documentario di viaggi attorno al pianeta per la BBC: questa volta è un’impresa da polo (nord) a polo (sud), ovverosia Pole to pole. Va detto subito che la sfida è persa: Palin non riesce né a mantenere la promessa sulle tempistiche (alla fine impiegherà otto mesi, anziché sei, per raggiungere il suo obiettivo), né quella – più importante – sul rimanere sempre a contatto con la superficie, terrestre o marina che sia: nella parte finale, pur amareggiato, il Nostro non avrà scelta e dovrà accettare un passaggio in aereo verso l’Antartide, avendo perso l’unico battello disponibile per la tratta Sudafrica-polo sud. Nonostante il fallimento della missione, il viaggio è ugualmente affascinante e colmo di incognite, imprevisti e diversivi tutti da apprezzare, e soprattutto viene compiuto integralmente: nel primo degli 8 episodi vediamo infatti Palin raggiungere il polo nord e nell’ultimo camminare fra i ghiacci del polo sud. Nel mentre ci sono 400 minuti (8 puntate da 50 ciascuna) durante i quali la piccola troupe britannica scivola pian piano dalla Norvegia alla Russia, per transitare poi brevemente in Turchia ed Egitto e arrancare tra mezzi di trasporto di fortuna e carenza di infrastrutture nel cuore dell’Africa, fino a raggiungere Città del capo, qui perdere il battello per il polo sud e dover rimediare infine con un doppio volo: da lì in Sudamerica e dalla punta inferiore del Cile in Antartide. Forse la cosa meno funzionante del lavoro sono le situazioni palesemente messe in scena di proposito, le scenette ironiche create ad hoc: presumibilmente Palin, noto come comico, non voleva deludere il suo pubblico con un documentario troppo serioso – e invece a conti fatti le parti migliori di Pole to pole sono quelle più spontanee, nelle quali Palin diventa semplicemente un viaggiatore europeo alla scoperta di luoghi remoti – e frequentemente anche ostili – del mondo. 6/10.
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