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La proprietà non è più un furto

Regia di Elio Petri vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La proprietà non è più un furto

di hallorann
8 stelle

I titoli di testa scorrono sulle immagini dei quadri espressionisti di Mario Vespignani, volti deformati tra cui quello del protagonista Flavio Bucci nei panni di Total, un giovane impiegato di banca allergico al denaro. Si definisce un marxista-mandrakista, disprezza chi possiede il denaro e soprattutto chi lo ruba legalmente. Chiede un prestito di tre milioni “per vivere” al suo direttore di banca ma gli può dare solo 350.000 lire. Total offre la sua onestà e quella del padre ex impiegato della stessa banca come garanzia. Il direttore rifiuta e lui si dimette. Total prende di mira un “ladro autorizzato” che ogni giorno deposita milioni in banca. E’ un macellaio proprietario di quattro negozi e altre attività, un borghese arricchito che vive in un appartamento lussuoso con la giovane amante. Total comincia dal coltello e dal cappello, per poi passare ai gioielli  e alla commessa-amante. Il macellaio approfitta del furto per lucrare sull’assicurazione denunciando un furto maggiore al brigadiere Pirelli. Quest’ultimo riceve la visita in questura del giovane ragioniere travestito da prete, anche lui denuncia un furto inesistente per conoscere i professionisti del furto. Ha bisogno di un maestro e così irrompe nel bel mezzo di un furto, in una pellicceria, organizzato con cura da Albertone, un attore-ladro sofisticato. Total lo “sequestra” per portarlo a rubare in casa del macellaio. Entrambi rischiano di essere beccati e Albertone sarà vittima inconsapevole della sfida a colpi bassi tra perseguitato e persecutore. Il macellaio dopo aver offerto inutilmente al ragazzo soldi, carne e un posto sicuro prenderà una drastica decisione. Nel 1973 Elio Petri con LA PROPRIETA’ NON E’ PIU’ UN FURTO aggiunge un altro tassello al suo personale discorso sull’attualità socio-politica e “sulla nascita della disperazione in seno alla sinistra”. Qui, in realtà, vola più in alto mettendo per immagini e parole (con il contributo dell’imprescindibile Ugo Pirro in sceneggiatura) un apologo grottesco sull’essere e sull’avere, sul concetto di proprietà e di denaro, sulla trasgressione e sulla sessualità. I protagonisti si introducono con dei monologhi rivelatori sulla loro funzione meta filmica e sono simboli metaforici e allegorici. Total è un idealista che si ribella al sistema rimanendone vittima, la sua malattia è che vorrebbe essere e avere insieme. Il macellaio è un ricco volgare e furbo, rappresenta il capitale, in lui è l’avere che domina sull’essere. Anita è la commessa-amante, oggetto di piacere, di lussuria e di facile manovra umana. Albertone è un artista che ruba per conto terzi e recita rubando identità. Il brigadiere Pirelli (il bravo Orazio Orlando) è il tutore dell’ordine che dice:” Senza di noi il furto diventa un diritto, legge e i ladri dei rivoluzionari”, dimostrerà di essere solo un marchingegno ad uso e consumo del potere (il macellaio in questo caso). LA PROPRIETA’… è un film sinistro e pessimista, complesso e suggestivo come le musiche di Ennio Morricone, le scenografie di Gianni Polidori e le luci di Luigi Kuveiller. Ugo Tognazzi è il macellaio viscido e burino, Flavio Bucci il lugubre Total, Daria Nicolodi la sexy e subdola Anita. La grande maschera di Mario Scaccia interpreta con classe Albertone recitando da par suo anche un famoso sonetto di G.G.Belli. Simpatico cammeo di Gigi Proietti. 

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