Total, giovane impiegato di banca, è allergico al denaro, gli fa schifo toccarlo e disprezza chi lo possiede. Convinto che il mondo sia fatto di ladri, quelli che si professano tali e quelli che si arrichiscono alle spalle degli altri, crede di aver individuato un appartenente alla seconda categoria in un macellaio cliente della banca per cui lavora. Decide di prenderlo di mira.
Note
Apologo grottesco e brechtiano, frontalmente politico ma non così schematico come appare, scritto da Petri con la collaborazione di Ugo Pirro. Rabbioso e verboso, esagitato e cupissimo, sgangherato e stonato, apocalittico e sinceramente fuori dagli schemi del Partito. Generalmente visto come un fallimento. Colonna sonora di Ennio Morricone.
Un grande Flavio Bucci. Ci ha lasciato quest'anno (2020). Ma tutti bravi gli interpreti di un film curioso ed interessante. Grottesco, ma non più della nostra quotidiana esistenza e confusione mentale. Voto 7,5
Film precursore , ma anche contemporaneo per i tempi, erano i famigerati anni 70. film comunista marxista, quindi surreale e grottesco. Soggetto indiscusso del film: il denaro. Elio Petri ci ha abituato a questi film col tempo...voto 8
Non una visione leggera, per i tempi filmici lunghi. Però memorabili i monologhi soprattutto quello finale di Tognazzi. Da antologia l'elogio funebre di Gigi Proietti sui ladri.
I titoli di testa scorrono sulle immagini dei quadri espressionisti di Mario Vespignani, volti deformati tra cui quello del protagonista Flavio Bucci nei panni di Total, un giovane impiegato di banca allergico al denaro. Si definisce un marxista-mandrakista, disprezza chi possiede il denaro e soprattutto chi lo ruba legalmente. Chiede un prestito di tre milioni “per vivere” al suo… leggi tutto
L'impiegato di banca Total (Bucci) preso da un irrefrenabile odio nei confronti del denaro,assume come simbolo da punire un ricco macellaio (Tognazzi) e lo deruba progressivamente di ogni suo avere.Un film grottesco che chiude una sorta di "trilogia della nevrosi" del grande Elio Petri (regista da rivalutare ogni giorno che passa).Il film in questione e' infatti una testimonianza sulla… leggi tutto
Brutto, nonostante delle ottime ambizioni. Non ci sono idee chiare, solo confusione.
Qualcosa di buono c'è: splendida la fotografia di Kuvellier, come gli interni di Polidori. Tutti recitano bene, e ci sono anche grandi attori: Tognazzi è straordinario come sempre, seppur poco credibile con l'accento romano. Randone, la Nicolodi, Scaccia...sono sciupati, dove la parte di… leggi tutto
FESTA DELLA SCHIAVITU' (EHM, DEL LAVORO)
Una festa avversata da lorsignori
abituati a possedere e comandare
avvezzi ad aver dalla vita tutto a priori
incapacitati a…
Total è un impiegato di banca tanto insofferente al denaro da essere quasi allergico alle banconote, che maneggia indossando guanti. La sua ostilità si sposta dalla moneta ai suoi accumulatori; prende di mira un facoltoso cliente dell'istituto di credito ove lavora, di mestiere macellaio, invischiato in diversi affari al limite ed oltre la legalità, perseguitandolo con furti…
La proprietà non è più un furto- Italia 1973: la trama- Il ragioniere Total fa il cassiere in una banca ed è allergico al denaro. Dopo aver chiesto un prestito al direttore dell’istituto di credito, che glielo nega e lo umilia, Total si licenzia e sviluppa un’ossessione: perseguitare un ricchissimo macellaio, cliente amato dalla banca, minacciandolo di…
Brutto, nonostante delle ottime ambizioni. Non ci sono idee chiare, solo confusione.
Qualcosa di buono c'è: splendida la fotografia di Kuvellier, come gli interni di Polidori. Tutti recitano bene, e ci sono anche grandi attori: Tognazzi è straordinario come sempre, seppur poco credibile con l'accento romano. Randone, la Nicolodi, Scaccia...sono sciupati, dove la parte di…
"Viva il marxismo-mandrakismo!"
La storia del timido impiegato di banca Total, cassiere allergico alla carta da banconote e figlio di un vecchio, integerrimo impiegato di banca che egli tenta invano di emulare, si incrocia con quella di uno dei più facoltosi clienti della sua banca: un macellaio romano greve ed avido, che ogni mattina deposita contante derivante dalle innumerevoli…
E' arrivato Maggio ed è tempo della mia playlist mensile dei titoli visti ad Aprile, mese in cui i Film italiani la fanno da padrone.
Come noterete ho approfondito il genere della commedia all'italiana, retta…
Il cinema di Petri ha saputo regalare film molto più incisivi di questo "La proprietà non è più un furto", spesso sconclusionato ed eccessivamente retorico nel raccontare la parabola di un bancario (il pur bravo Flavio Bucci, ad uno dei suoi primi film) che diventa il persecutore di un ex cliente (un Tognazzi fin troppo sopra le righe). Così, in una sorta di…
Film precursore , ma anche contemporaneo per i tempi, erano i famigerati anni 70, dove tutto si "era" compiuto e il "ciclone" doveva ancora venire. Film surreale e grottesco, dove l'utopia ha gli stessi occhi dell'innocenza e dell'abbandono, appunto gli occhi sganghenati di Flavio Bucci, perfetto nel personaggio centrale del film, con i suoi tick e i suoi momenti lirici, sacrificato,senza…
Il cinema di Petri è il ghigno sulla commedia all’italiana, la deformazione grottesca senza salvezza ne redenzione. L’avere prima dell’essere è una perversione che rende possibile regolare tutto con il denaro, per chi lo possiede soddisfare tutti i suoi bisogni. Chi non ha è invidioso di chi ha ed è disposto a molto se non a tutto per arrivare…
Un facoltosissimo macellaio romano (Ugo Tognazzi) viene preso di mira da un impiegato della banca dove tiene il suo capitale (Flavio Bucci). Quest'ultimo accende una spirale di furti senza senso che fornisce fortuitamente al plutocrate l'opportunità di arricchirsi ulteriormente con i soldi dell'assicurazione. Partito dall'idea che la proprietà, al contrario di quanto non reciti il…
Quest' opera, sommersa alla sua uscita nel 1973 da critiche pesanti, spesso dovute alla superficialità e prese di posizione rigide di chi le portava avanti, si mostrava, come ben affermava il suo autore, una chiave di lettura dell'Italia, oramai uscita dal periodo cosiddetto del boom economico e, quindi, piombata nel pieno della crisi petrolifera, dando allo…
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Commenti (9) vedi tutti
Schizzato.
commento di moviemanUn apologo politico diretto da un grande regista...uno di quelli in cui si sente la mancanza.da vedere.
leggi la recensione completa di ezioAplologo politico e surreale. Immensi Tognazzi e Bucci, però anche Daria Nicolodi piace.
leggi la recensione completa di claudio1959Troppo verboso e autocompiaciuto.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiUn grande Flavio Bucci. Ci ha lasciato quest'anno (2020). Ma tutti bravi gli interpreti di un film curioso ed interessante. Grottesco, ma non più della nostra quotidiana esistenza e confusione mentale. Voto 7,5
commento di BradyFilm precursore , ma anche contemporaneo per i tempi, erano i famigerati anni 70. film comunista marxista, quindi surreale e grottesco. Soggetto indiscusso del film: il denaro. Elio Petri ci ha abituato a questi film col tempo...voto 8
leggi la recensione completa di ivcaviccNon una visione leggera, per i tempi filmici lunghi. Però memorabili i monologhi soprattutto quello finale di Tognazzi. Da antologia l'elogio funebre di Gigi Proietti sui ladri.
commento di faumesFilm un pò sconnesso, folle, surreale ma non privo di un certo fascino ambiguo.Tra le righe emergono verità indicibili.
commento di marco biPer avere non bisogna essere e per essere non bisogna avere.
leggi la recensione completa di tafo