Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Scritto e diretto da Luciano Salce dopo il successo de La voglia matta, La cuccagna è un graffiante ritratto del'Italia del boom economico (il nostro "bel paese" insomma) un mondo in cui, a fronte di una favorevole congiuntura economica, già proliferavano loschi finanzieri, truffatori, mandrilli, arrampicatori sociali, profittatori e cialtroni di ogni tipo,il che conferma che sono tutte caratteristiche profondamente radicate nel nostro DNA nazionale compresa ladissoluzione morale dei potenti (era il 1962 ma con i debiti aggiustamenti della storia che ora dovrebbe essere intrisa dei colori foschi della crisi, si potrebbe davvero parlare anche dell'oggi, e forse adesso anche la conclusione potrebbe essere molto più pessimistica).
Girato quasi interamente con la camera a mano, secondo l'estetica allora di moda e importata dalla Nouvelle Vague, La cuccagna può essere dunque considerato a pieno titolo un originale (e in gran parte riuscito) tentativo di fondere il neorealismo con la commedia all'italiana. Al film comunque non manca poi nemmeno il segno distintivo del regista e cioè quell'ironia salace tipica proprio del cinema di Salce che emerge prepotente soprattutto nella scena conclusiva.
La storia è quella di Rossella, giovane e bellissima ragazza in cerca di lavoro, con in tasca un diploma di dattlografa e stenografa (se fesse ambientata nell'oggi, si potrebbe ovviamente parlare di una laurea) che va in giro per Roma rispondendo a numerosi annunci senza però molta fortuna. Scoprirà presto infatti che la cuccagna (ovvero il miracolo economico tanto pompato dai media) è solo un'illusione e che il mondo, la realtà del vivere quotidiano è ben più spietata e faticosa di quanto potesse credere o solo immaginare.
Le sue sporadiche esperienze lavorative che riesce a fare nei suoi costanti pellegrinaggi, sono quindi soprattutto l'occasione per farla incontrare con una galleria di viscidi personaggi e tanti datori di lavoro poco interessati al suo profilo professionale quanto invece stimolati dall'idea di poter approfittare di lei.
Un'odissea a cui però il destino porrà fine quando le fa incontrare Giuliano, un giovane introverso e solitario ma "dal cuore d'oro", pacifista nato e che per questo tenta in ogni modo di sottrarsi al servizio di leva (quando ancora non esistevano le alternative di utilizzo nel sociale e ad essere renitenti si rischiava di finire a Gaeta).
Giuliano è l'unico uomo che non le chiede nulla e che, come lei, non è disponibile ad accettare compromessi.
A un certo punto della storia, avviliti e sconfitti da come invece procedono le cose intorno a loro, decidono persino di suicidarsi, spinti all'insano gesto dalla stanchezza e dalla disperazione, soluzione però che (fortunatamente) viene abbandonata quando si scoprono davvero innamorati l'uno dell'altra e viceversa, e decidono allora che se non fosse altro che per questo, la vita deve essere comunque vissuta "ad ogni costo e nonostante tutto".
La cuccagna viene comunque giustamente ricordato anche per essere stato il primo e unico film interpretato da Luigi Tenco, perfettamente a suo agio nei panni del giovane anarcoide arrabbiato, a cui si aggiunge la bella interpretazione di Donatella Turri, anche lei all'esordio assoluto e che avrebbe meritato un ben più fulgido futoro di attrice di quanto invece non le sia stato poi riservato dalla nostra spesso miope cinematografia.
La bella colonna sonora è di Ennio Morricone, ma la canzone antimilitarista La ballata dell'eroe, eseguita da Tenco in una delle scene più toccanti del film, è frutto della creatività di Fabrizio de André (era partito per fare la guerra / per rendere onore alla sua terra ecc ecc.)
Per inciso, è doveroso ricordare che questa bellissima e toccante ballata (De André non era ancora un nome importante e sulla cresta dell'onda allora) fu imposta a Salce (all'inizio restio ad utilizzarla) dallo stesso Tenco che poi ce ne darà (anche in disco) una straordinaria interpretazione.
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