Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Rossella nell’Italia del boom come Alice nel paese delle meraviglie: vorrebbe emanciparsi da una famiglia opprimente attraverso il lavoro, ma presto capisce che per ottenere qualcosa bisogna vendersi in un modo o nell’altro; un giovane comunista, l’unico a restare immune dai richiami delle sirene, la condurrà verso un finale malinconicamente sognante. Un film da riscoprire: meno compatto e anche meno inesorabile di un analogo ritratto femminile quale Io la conoscevo bene, ha però un tocco di grottesco e un ritmo pimpante che ne rendono piacevolissima la visione. Ed esprime bene un sentimento diffuso allora come oggi: la frustrazione e la rabbia provate nel sentirsi esclusi da un benessere che sembra lì a portata di mano. Mette i brividi sentire Tenco che canta La ballata dell’eroe (“Ma lei che lo amava aspettava il ritorno d’un soldato vivo, d’un eroe morto che ne farà?”).
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