Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film
D'ARTAGNAN (Pierfrancesco Favino): D'Artagnan è forse la migliore spada di Francia (o la seconda?), ha l'animo semplice e incantato di un fanciullo, inventa il mondo a immagine e somiglianza dei suoi sentimenti, e così fa col linguaggio, in quest'idioma misto di francese, creolo, sardo, marchigiano messi insieme da enormi quantità di refusi e neologismi. D'Art non capisce mai veramente dove si trovi né cosa debba fare, ma sa sempre "perché": non lo guidano le mappe ma i suoi valori - la fedeltà alla Regina, la lealtà verso i suoi amici, il Codice Cavalleresco, il mito dell'Amor Cortese. Tra tutti i Moschettieri è quello che più profondamente "sente" la sincerità degli intenti amorosi di Uno. Per lui è disposto a tradire i suoi amici e perfino a tradire la Corona.
PORTHOS (Valerio Mastandrea): Porthos è stato, ed è tutt'ora, il più forte di tutti. Disincantato fin dalla giovinezza, figuriamoci in vecchiaia, oggi diremmo "clinicamente depresso", trova qui nell’incontro con Uno e con Tomtom tutto ciò - l'amore - che potrebbe scuoterlo dal suo cinico torpore e riportarlo alla felicità della lotta.
ATHOS (Rocco Papaleo): Athos è il capo dei Moschettieri: l'autorità politica, il garante del loro giuramento al Regno. Acuto, colto, forse un po' stanco di tutto e di tutti, attraversa la sua ultima missione travolto da una labirintite probabilmente psicosomatica che gli fa perdere ogni punto di riferimento geografico e morale. Resiste alla chiamata dell'avventura più a lungo di tutti ed è l'ultimo, tra tutti, a liberarsi del mantello crociato. Ma è anche quello che, quando lo fa, lo fa con autentica e sincera consapevolezza della fine del mondo in cui è cresciuto.
TOMTOM (Giulia Michelini): Tomtom è una semplice vagabonda catturata e fatta impazzire dai tecnici del Louvre per farne un navigatore satellitare umano, oltre che una chiaroveggente. Matta come un cavallo ma capace di superpoteri futuristici, un misto di TomTom e Google accorpati in una sola mente antica, non potrebbe che innamorarsi di Porthos, l'unico che capisce segretamente il suo linguaggio e meno segretamente condivide la sua follia.
CYRANO (Guido Caprino): Cyrano de Bergerac, poeta guascone e secondo spadaccino più forte di Francia (o il primo?), nel Seicento del film è passato in clandestinità e diventato il capo della Corte dei Miracoli, una banda di teatranti, irregolari e pseudoterroristi che semina il panico tra le campagne intorno a Parigi attaccando il potere e chi lo rappresenta. Antagonista naturale dei Moschettieri, diventerà qui il loro mentore e forse addirittura il salvatore.
ENRICHETTA D'INGHILTERRA (Anna Ferzetti): Enrichetta è il male che non sa di essere tale, l'abuso di potere e la trama di palazzo fatti persona. Per il bene dell'Ancien Régime è disposta perfino a compromettere per sempre la felicità di sua figlia. Ha sofferto lei, Enrichetta, perché non dovrebbe soffrire anche Ginevra? In fondo, è solo la pedagogia dell'epoca.
UNO/BUFFON (Federico Ielapi): Uno nella realtà si chiama Antonio. Bimbo timido, sognatore, forse futuro scrittore, innamorato anima e corpo di Ginevra, antagonista naturale del mondo degli adulti che gliela vuole portar via. Appassionato lettore di fiabe e di cappa e spada, si rifugia nel mondo dei Moschettieri per ottenere giustizia, e scopre che perfino il mondo della fantasia è governato dalla "realpolitik" e dalle leggi degli adulti.
PRINCIPESSA GINEVRA (Sara Ciocca): Ginevra è più grande di Uno quel tanto che basta per volergli bene quanto gliene vuole lui, ma sentire più di lui la chiamata delle responsabilità del mondo degli adulti. È questo, se non altro, a metterla nella condizione di "dover essere salvata": da sola non si salverebbe mai: troppo intelligente e troppo responsabile per rifiutare il suo destino, così nella fantasia come nella realtà.
REGINA ANNA D'AUSTRIA (Margerita Buy): La Regina Anna è la ragion di Stato che vorrebbe tanto sragionare ma non può, la madre putativa di D'Artagnan che vorrebbe tanto diventarne amante ma non può, la zia adorante di Ginevra che vorrebbe tanto proteggerla dalla severità della Storia ma non può. Insomma, la donna più potente della nazione, più potente del mondo che nulla può, almeno di ciò che vorrebbe veramente.
BEGHELÌ (Giulio Scarpati): Beghelì ha tutto il '600 addosso: nell'occhio di vetro, nell’uncino al posto della mano, nella gamba di legno, nelle mille cicatrici. Secolo duro, molto duro, che pure non è riuscito a indurirgli l'animo abbastanza da trattenerlo dall'intervenire in aiuto di Uno proprio quando quello ne ha più bisogno.