Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
E' un film corale e variegato, composto da tante storie e tanti personaggi (tutti decentemente definiti), ma non dispersivo o superficiale. L'argomento è in parte sentimentale e in parte storico, ed è interessante su entrambi i versanti. Gli amanti ritratti sono infatti tutti "poveri", sia economicamente che perché provati dalle difficoltà della vita. Soprattutto, però, sono provati dalle prepotenze e dalle violenze dei fascisti della prima ora. Infatti il film è anche un interessante spaccato storico sugli anni '20 a Firenze e sulle prime mosse del diffondentesi partito fascista: intimidazioni, minacce, iscrizioni coatte, e pure pestaggi e omicidi. La rappresentazione di tutto ciò è fatta da Lizzani vagamente sottotono o fuori campo, ed è forse per questo, con un apparente paradosso, che è più efficace e fa più impressione. Non viene poi messa in scena la fastidiosa contrapposizione di due correnti uniche - che uniche non erano - cioè fascisti e comunisti. Se mai la contrapposizione è quella più realistica tra fascisti e antifascisti. Solo del personaggio di Mastroianni si allude vagamente che sia comunista.
Quanto al valore di ritratto storico, se forse i singoli personaggi e i dettagli della trama sono inventati, si può pensare però che il clima che si vive nel film e la sostanza di quanto in esso viene mostrato siano realistici e storicamente fedeli.
Lizzani controlla bene la mole del materiale narrativo e le diverse storie che si intersecano, senza lasciare buchi o essere discontinuo. Il film ne esce scorrevole e interessante. Tra l'altro, ha diversi elementi in comune con "Le ragazze di San Frediano" di Zurlini.
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