Regia di Gian Luigi Calderone vedi scheda film
Un dentista di mezza età ha un'avventuretta con l'amica della figlia adolescente. Con la moglie le cose vanno male, mentre la figlia ha un attaccamento morboso verso di lui; la ragazza oltrettutto comincia a sentire una specie di spirito di competizione nei confronti dell'amica.
Se nel 1974 Appassionata ottenne un discreto successo, riuscendo perfino a convincere parte della critica, la sua popolarità però non è riuscita a durare granchè nel tempo, anzi: a distanza di qualche decennio la pellicola - pur compiuta dal punto di vista della confezione - non dice più nulla e pare del tutto identica a una folta risma di prodottini simili per contenuti e toni che all'epoca uscivano in sala senza sosta. Da Malizia di Samperi (1973) in poi, è stato tutto un succedersi di scandaletti domestici, comportamenti morbosi in famiglia, scenette pruriginose idealmente nascoste dietro al paravento dello scavo psicologico dei personaggi; a ben guardare, in realtà, le mentalità dei vari protagonisti di questo film sono ben poca cosa. Un padre di famiglia benestante e colto, combattuto fra il perbenismo di ordinanza e una serie di matte voglie porcellone; una figlia adolescente a lui incestuosamente attaccata; un'amichetta coetanea che definire disinibita è un eufemismo: la sceneggiatura di Alessandro Parenzo, Domenico Rafele e del regista non sembra esattamente un'opera femminista, ma neppure al passo con i tempi, con il 1974 in cui il lavoro approda nei cinema. Gian Luigi Calderone esordisce dietro la macchina da presa così, ottenendo sufficienti consensi per licenziare un'opera seconda simile, ma meno voyeuristica (La prima volta, sull'erba: 1975), dopo della quale finirà a lavorare esclusivamente per la televisione; Appassionata rimane in ogni caso ricordato per il cast, che vede - accanto a Gabriele Ferzetti, Valentina Cortese, Ninetto Davoli - per la prima volta in due ruoli centrali una coppia di giovani attrici di futuro successo: Ornella Muti ed Eleonora Giorgi. 3/10.
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