Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Ispirato alla storia vera di Leonarda Cianciulli, detta la saponificatrice di Correggio: nella Bologna degli anni ’30 una meridionale, morbosamente attaccata all’unico figlio sopravvissuto all’infanzia, per salvarlo dalle brutture del mondo (ossia dal servizio militare e dalle altre donne) compie una serie di sacrifici umani e con i cadaveri fabbrica sapone e biscotti. Un vero scult a partire dall’improponibile cast, comprendente von Sydow, Lionello e Pozzetto in abiti femminili (il terzo parla anche con accento tedesco), entrambe le mogli di Fantozzi e la coppia Laura Antonelli-Shelley Winters che sembrano la Bella e la Bestia in versione lisergica. Il film affonda nella voragine di grottesco che si è scavata, nonostante la pretestuosa didascalia iniziale e qualche battuta di dialogo nel finale cerchino di farlo assomigliare a Monsieur Verdoux: per sua fortuna, Chaplin era già in fin di vita e si presume non abbia assistito alla profanazione. Quasi altrettanto fortunato Mario Scaccia, che viene colpito da ictus nella prima scena e rimane in stato catatonico per il resto del tempo: più o meno quello che mi è successo durante la visione.
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