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Gran bollito

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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La recensione su Gran bollito

di cheftony
6 stelle

"E' arrivata la terrona!"

Lea (Shelley Winters), una signora campana, si trasferisce in Emilia dove già abitavano il marito Rosario (Mario Scaccia) e il figlio Michele, che si è da poco fidanzato con la bella Sandra (Laura Antonelli). Lea afferma di avere doni premonitori e quindi, oltre a gestire un banchettino del lotto, suggerisce i numeri da giocare a un gruppetto di zitellone che frequenta la sua casa; fanno parte del gruppo Stella (Renato Pozzetto), Lisa (Max Von Sydow) e Berta (Alberto Lionello), che è in procinto di partire per l'America per raggiungere suo marito dopo un terno azzeccato proprio da Lea al lotto.
Lea si porta dietro un'arretratezza mentale esagerata e, paurosa che Sandra la sostituisca sul piano degli affetti agli occhi dell'adorato e unico figlio Gabriele, avuto dopo una dozzina di figli morti fra aborti spontanei e nascite premature, decide di esorcizzare questa paura con dei tributi di sangue: a pagare saranno proprio una dietro l'altra le tre zitelle, che Lea decapita alle spalle, smembra e ne usa il sangue raggrumato e le ossa per farvi rispettivamente saponette e deliziosi biscotti da distribuire per il paese...

Non ricordo bene come feci, qualche anno fa, a scoprire Leonarda Cianciulli, serial killer attiva fra il '39 e il '40 a cui il film del regista pistoiese Bolognini si ispira per la figura di Lea; so solo che rimasi esterrefatto e, da allora, ho tentato di spargere il verbo. Nessuno la conosceva. Fortunatamente, ho trovato discepoli in alcuni compagni di corso, coi quali affrontavo la preparazione all'esame di chimica organica e, nello specifico, la reazione di saponificazione, dicendo che se ci riusciva la grande Leonarda Cianciulli avremmo dovuto essere capaci di imparare la reazione a modo anche noi...

Torniamo a Gran Bollito: bisogna sottolineare che si tratta di un film sostanzialmente grottesco, ironico. Pensiamo al fatto che le tre zitelle eliminate da Lea sono interpretate da tre uomini e che il dramma degli omicidi viene aggirato grazie alla "resurrezione" dei tre nei panni di un direttore di banca, un poliziotto e un commissario che indagheranno su Lea; da citare, inoltre, anche la presenza di Milena Vukotic nei panni di una serva sordomuta e di Liù Bosisio in quelli di una vicina, vale a dire delle due attrici che hanno impersonato la moglie di Fantozzi.
Gran Bollito non fa un ritratto serio e preciso della Cianciulli, ma ne riprende il modus operandi e il movente più accreditato, anche se non venne mai fatta del tutto luce a riguardo. Questo film, pur godendo di un'inarrivabile originalità e della macabra atmosfera del cucinino/mattatoio della Cianciulli, inciampa qua e là in qualche dialogo appena passabile e in una durata forse eccessiva. Davvero ottimi, comunque, tutti gli attori e degna di nota la presenza di Mario Monicelli come co-sceneggiatore e di Enzo Jannacci come compositore della colonna sonora, a contribuire alla riuscita di uno dei film più bizzarri (e su uno dei personaggi più bizzarri) che si siano mai visti. *** e 1/2

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