Regia di Giovanni Grimaldi vedi scheda film
Il pistolero Johnny Colt segretamente indossa una calza nera sulla faccia e diventa Starblack, vendicatore dei deboli e degli oppressi. L’unica legge che conosce è quella della Gustizia e non esita a impiegare la violenza per raddrizzare i torti attorno a lui.
Zorro, Robin Hood e Starblack: quello creato da Gi(ov)anni Grimaldi, sceneggiatore e regista di questa pellicola, è un personaggio dalle evidenti origini letterarie e al tempo stesso dalla scoperta inconsistenza, una maschera – in tutti i sensi – dietro a cui si cela una palese carenza di idee. E, a veder bene il film, anche di budget: Starblack va in giro con una calza sulla faccia come un comune rapinatore di banche e l’intero lavoro è costruito in totale povertà di mezzi, con un cast peraltro non esattamente eccezionale: accanto al protagonista Robert Woods e alla sua fidanzata dell’epoca Elga Andersen troviamo Ettore Manni, Jane Tilden, Franco Lantieri, Howard Ross e Andrea Scotti. Trattasi di una coproduzione italotedesca (Germania ovest, per la precisione!) girata in Jugoslavia per andare maggiormente al risparmio, come usava all’epoca, con unici ‘effetti speciali’ alcune scene discretamente violente – pare che all’uscita venisse vietato l’ingresso in sala ai minori di 14 anni – e una massiccia dose di azione diretta in modo approssimativo. Anche il duello finale lascia un bel po’ a desiderare. Curiosità: la canzone sui titoli di testa e di coda, Everjwhere (sic!), è scritta e cantata proprio da Robert Woods. Starblack è un nome simpatico e questo è sostanzialmente tutto ciò che di buono si può dire su questo lavoro, d’altronde licenziato da un buon autore di copioni di commedie e futuro regista (ripetutamente) di Ciccio & Franco e di varie farse pruriginose con Lando Buzzanca, a quel momento – 1966 – poco più che esordiente dietro la macchina da presa; sorprende però constatare che la sua opera prima, All’ombra di una colt (1965), fosse anch’essa uno spaghetti western, ma decisamente più riuscita. 2,5/10.
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