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La peccatrice

Regia di Pier Ludovico Pavoni vedi scheda film

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La recensione su La peccatrice

di mm40
3 stelle

Nella Sicilia del 1950 il terribile padrone di una solfatara tratta i dipendenti come schiavi. La donna di colore di uno di essi è mira delle attenzioni dell'uomo, piuttosto maturo, e di suo figlio, un ragazzo dalle idee più progressiste e in disaccordo con il padre sulla gestione della solfatara.

 

Vari e disparati sono gli elementi che compongono il mix di fondo di questa pellicola: c'è uno spunto di cinema di denuncia, ma non espressamente politico, bensì di tipo sociale, sulla falsariga dei primi film di Germi ambientati in sud Italia; c'è una sottotrama melodrammatica che intreccia disgrazie, amori e altri sentimenti forti in maniera abbastanza approssimativa; c'è infine la traccia erotica da non sottovalutare che vede al centro della scena per la maggior parte del film la bella - ma non troppo espressiva - Zeudi Araya, all'epoca poco più che ventenne e sulla cresta dell'onda. Non durerà molto, la sua parabola cinematografica, ma lascerà il segno interpretando sempre e comunque lo stesso tipo di personaggio: la bellezza esotica, oggetto dei desideri del maschio italico e, in questa occasione, capro espiatorio della sua voracità sessuale, della sua cupidigia e della sua cieca ignoranza (in combutta con quella delle mogli gelose). La peccatrice è un titolo che già di per sè spiega molto di tutto ciò, indubbiamente azzeccato nella sua genericità, per un film dalle ambizioni sicuramente eccessive, ma non tirato via; Pier Ludovico Pavoni, già navigato direttore della fotografia al fianco fra gli altri di Damiani, Cerchio e Zurlini, licenzia con questo lavoro la sua terza e ultima opera in tre anni come regista. Forse la migliore, considerate le idee di partenza, per quanto, come detto, per lo più rimaste solo idee; il regista non fa più del necessario, ma pecca ogni tanto di una certa imperizia (vedasi ad es. la scena della vendetta finale). Al fianco della già citata Araya troviamo poi Francisco Rabal, Franco Gasparri, Ettore Manni, Rita Forzano e Clara Calamai, qui alla sua ultima presenza davanti alla macchina da presa. Pavoni è anche autore della sceneggiatura insieme a Oretta Emmolo. 3/10.

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