Regia di Cristina Comencini vedi scheda film
Un matrimonio è l’occasione per riunire insieme gruppi familiari diversissimi fra loro per mentalità e stili di vita e per imprimere una svolta all’esistenza di qualcuno. Il film è esattamente quello che ci si può aspettare da Cristina Comencini, cioè da una che conosce bene il cinema dei padri (anche anagrafici, nel suo caso) ma non è capace di rifarlo: procede per accumulo (di personaggi, di situazioni) sperando che l’abbondanza del contorno faccia dimenticare la scarsità della pietanza, mantiene un ritmo artificiosamente elevato per dare un’impressione di brio, fa l’occhiolino a temi potenzialmente drammatici (la criminalità organizzata) senza poi avere il coraggio di andare oltre il macchiettismo. Bisogna dire che la colpa è anche dei tempi in cui viviamo: Solfrizzi, Paolantoni e la Savino hanno facce e movenze inesorabilmente televisive, e forse neanche provano a nasconderlo. Comunque si ride abbastanza, e questo giustifica la sufficienza.
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