Regia di John Lasseter vedi scheda film
Stavolta è Buzz a dover salvare la vita all’amico Woody: finito nelle mani di un collezionista senza scrupoli che vuole rivenderlo a peso d’oro ad un appassionato giapponese, Woody incontra la cowgirl Jessie, il cavallo Bullseye e il cercatore d’oro Stinky Pete, (oltre a scoprire di essere stato il celeberrimo protagonista di un cartoon western del passato e che ora potrà essere). Con la nuova combriccola di amici, Woody è quasi deciso che sia meglio essere un mito ammirato da migliaia di bambini in un museo che appartenere ad un solo bambino, che crescendo si dimenticherà di lui. Buzz Lightyear e i vecchi giocattoli di Andy lo faranno ricredere.
Seguito doveroso del primo film del 1995, sempre con la firma di John Lasseter. Ancora più citazionista (palesi “2001: Odissea nello spazio” ma anche “Jurassic Park” e “007, missione Goldfinger” e ancora più evidentemente “Guerre stellari”) e ai livelli del primo della serie per qualità della storia, “Toy Story 2” affronta tematiche importanti sempre sottoforma di metafora, come il valore dell’invecchiare e gli scopi della propria vita.
Meravigliosi i titoli di coda, in cui si vedono dei falsi “cattivi ciak”, bloopers e scene tagliate, che sono quasi meglio del film stesso. Inevitabile, quasi obbligatorio, se la qualità è questa, il terzo capitolo.
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