Regia di Kimberly Peirce vedi scheda film
E' un film abbastanza sconvolgente, in particolare nel finale, ma a tutti gli effetti smodatamente lungo: due ore nelle quali si ripete blandamente lo stesso copione per circa metà del tempo, per poi finalmente passare alla messa in scena della triplice tragedia: dapprima l'incomprensione, quindi la negazione, infine la cancellazione del 'diverso'. Ed è proprio nella seconda metà della pellicola che la vicenda si fa più interessante, ed il lavoro stesso assume rilievi più sostanziosi. La tensione, parallelamente alla trama, sale piano piano. Una storia alla base della quale si trovano ignoranza e violenza, matrici dell'odio brutale che cova nella piccola e rozza provincia, non solo americana. Un caso esemplare di morte inutile, morte come estremo tentativo di soffocare la diversità dell'altro. E dimostrazione dell'impotenza ideologica dell'intolleranza.
In un paesino di provincia si trasferisce Brandon, maschietto in un corpo di donna. Fa presto amicizia con alcuni ragazzi locali ed intreccia una relazione con una ragazza; il suo vero nome è però Teena e un giorno la polizia, fermando Brandon per guida pericolosa, rivela il suo segreto leggendolo nei documenti. Immediatamente la comunità si rivolta contro di lui/lei: Brandon/Teena verrà stuprato e infine ucciso.
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