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Fucking Åmål - Mostrami l'amore

Regia di Lukas Moodysson vedi scheda film

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La recensione su Fucking Åmål - Mostrami l'amore

di maurizio73
6 stelle

Agnes è una quattordicenne che si è da poco trasferita con la famiglia nella piccola cittadina svedese di Amal, ha fatto poche amicizie, è intoversa ed è perdutamente innamorata di Elin. Nulla di strano se non fosse che Elin è una sua compagna di scuola, disinvolta e anticonformista che passa per una mangiatrice di uomini ed è rispettata da tutti per il suo carattere strafottente e aggressivo. Nonostante l'apparente inconciliabilità, tra le due ragazze inizia a nascere  una sentimento tenero e delicato. Il pregiudizio e la disapprovazione sociale però, sono sempre in agguato.

 

Fucking Åmål (1998): Locandina

 

Opera prima e grande successo di pubblico del regista svedese Lukas Moodysson, questa tragicommedia sentimentale del 1998 è il tentativo, riuscito solo in parte, di abrogare i consueti canoni del racconto adolescenziale attraverso il ricorso ad un linguaggio estemporaneo che guarda tanto alle rigide regole del Dogma di Lars Von Trier quanto allo sguardo, tenero e disincantato insieme, di una gioventù svedese filtrata attraverso un'estetica da Nouvelle Vogue scandinava fuori tempo massimo (ricordiamo lo struggente 'En kärlekshistoria' - 1970 del giovane Roy Andersson). Pur entro i limiti di un racconto furbetto e ammiccante, Moodysson entra quasi in punta di piedi nella vita di giovani ragazze in cerca di una propria identità (sessuale e sociale) presentandone un ritratto che oscilla tra i condizionamenti dell'imperante conformismo degli anni '90 (tra cellulari, rave party 'non più cool' e personal computer cui affidare il diario segreto dei propri struggimenti sentimentali) ed un sentimento di ribellione generazionale declinato secondo i caratteri apparentemente inconciliabili delle due protagoniste femminili nel loro complicato percorso di avvicinamento emotivo. Il risultato è una commedia gradevole e delicata dove spicca, più che l'azzeccata coloritura di un ambiente provinciale e chiuso da cui non si può o non si vuole fuggire (fucking Amal! appunto), il lavoro di fino sulle due brave interpreti femminili colte cisacuna in un momento di debolezza e indecisione che ne rappresenta però anche il punto di forza ed lo slancio per un cambiamento che (nel 'coraggioso' ed emblematico finale) le vede sfidare a testa alta il pregiudizio e la disapprovazione, tenendosi orgogliosamente per mano.

 

 

Fucking Åmål (1998): Rebecka Liljeberg e Alexandra Dahlström

 

Benchè il ricorso alla camera a mano ed agli imprevedibili movimenti di macchina non contribuiscano più di tanto ad eludere gli artifici di un registro che oscilla tra ironia e moderato cinismo (le cattiverie sulla disabilità,le puerili spiegazioni sull'omosessualità femminile, le consuete dinamiche adolescenziali, etc.) ed all'uso di una colonna sonora che ne tradisce l'appartenenza di genere lontana mille miglia dalla vellità realiste del soggetto (dal tema lesbico alle facili schermaglie sessuali tra adolescenti in amore), l'autore svedese punta alla complessità dei sentimenti più che all'attendibilità psicologica, cogliendo anche se per poco il bersaglio. Grande successo in patria e ribalta internazionale per il suo autore che riesce a bissarne la favorevole accoglienza di critica, replicandone tematiche e approccio formale, nel successivo dramma adolescenziale 'Lilja 4-ever' del 2002

 

 

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