Regia di Lukas Moodysson vedi scheda film
Un film in cui la parola 'lesbica' viene detta (e ripetuta) con un tono che non significa nè disagio, nè vergogna, nè tantomento malattia o chissà che altro. E' questo il pregio principale dell'opera prima di Moodysson, che si rifà apertamente al cinema del Dogma (gli Idioti di Von Trier e Festen di Vinterberg) e sceglie luci naturali, montaggio frenetico ed iperrealista, dialoghi assolutamente quotidiani, in maniera quasi disarmante: ed è quella che ci riporta l'omosessualità nella sua dimensione individuale, come può essere vissuta da una ragazzina di un piccolo e quieto paese (nel quale ovviamente non mancano le linguacce). Certo, c'è il lieto fine facilotto, c'è la complicità femminile che mitiga la questione (un film identico con protagonista un ragazzo omosessuale sarebbe sicuramente tutt'altro, porterebbe altrove e molto distanti da questo Fucking Amal), c'è una sorta di autarchia intellettuale adolescenziale che finisce per non prendere mai sul serio il mondo degli adulti, dei genitori in particolare (dipinti come persone problematiche e dalle rare intuizioni), realista quanto si vuole, ma non definirla un limite sarebbe errato. E' insomma un'indagine sul mondo degli adolescenti visto dal di dentro, da una protagonista che, pur atipica rispetto alla media dei suoi compagni ed amici coetanei, cerca la sua strada verso la 'normalità' intesa nel senso di accettazione. 6,5/10.
Nella piccola, gelida e triste cittadina svedese di Amal, l'adolescente Elin si scopre lesbica: oltre a dover rifiutare i numerosi approcci maschili, deve pure combattere contro l'ignoranza dei suoi compaesani. Ma un'amica si schiererà dalla sua parte...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta