Regia di Lukas Moodysson vedi scheda film
Stupendo! All'epoca l'avevo evitato come la peste (provando antipatia per il paradossale Dogma di Von Trier). Oggi, a distanza di 12 anni, l'ho rivalutato. E devo dire che, per fortuna, Moodysson ha preso le distanze dal "maestro" danese e dal suo anti-cinema, confezionando un memorabile ritratto di adolescenza scandinava. Il disegno dei personaggi è tutto sommato convincente, le annotazioni d'ambiente azzeccate, la regia calibrata e capace di coniugare l'immediatezza (camera a mano, zoomate come se fossero ceffoni, iperrealismo) con una cura dell'inquadratura che qualche volta sfocia in cenni di tenera e crudele poesia. Ma soprattutto c'è l'onestà nella resa di una Svezia allo sbando, in cui ragazzi e ragazze si comportano esattamente come i coetanei delle vituperate high school americane: fascismo quotidiano, prevaricazione sul più debole (sfigati, disabili, omosessuali, timidi, brutti), conformismo, nichilismo. Un plauso alle attrici, specialmente alla bionda. E' un film datato, nel senso buono del termine. Quando è stato girato era il periodo in cui, a livello popolare, il cinema era Titanic, il sex-symbol Di Caprio e la musica era ancora in lutto per Cobain. Un quadro del tutto omologo alle mie reminiscenze liceali (credo di avere più o meno l'età delle attrici). Questo film diventerà uno dei miei cult-movie proprio per questo motivo: il fatto di rivedere, nelle gesta di adolescenti così remoti geograficamente e culturalmente (considerando anche che nel 1998 il processo di globalizzazione non era ancora in stato avanzato come oggi, visto che internet aveva ancora poco peso nelle vite delle persone), eventi ed umori che avevano caratterizzato i miei anni di liceo. Come dire: l'adolescenza è uguale in tutto il mondo occidentale.
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