Regia di Ben Wheatley vedi scheda film
Timido ennesimo remake, del capolavoro di Hitchcock, tratto dal romanzo di Daphne du Maurier,
Siamo negli anni ’30. Una ricca ed eccentrica, quanto antipatica aristocratica inglese, si reca in vacanza a Monte Carlo, con la sua giovane e ingenua dama di compagnia. Durante il soggiorno fa la conoscenza dell’illustre Maxim de Winter, rimasto vedovo da circa un anno dopo la morte della prima moglie Rebecca, annegata in seguito a un incidente in barca a vela. Fin dal principio, la giovane ragazza si sente attratta dal nobile, peraltro ricambiata da Maxim de Winter che ne apprezza il carattere spontaneo e gioioso, e cosi scatta il colpo di fulmine. Approfittando di un’indisposizione della viziata anziana, i due incominciano a incontrarsi di nascosto, compiendo lunghe e gradevoli gite .Dopo un brevissimo corteggiamento, la giovane, anche a seguito di un alterco con la sua padrona, accetta la sua proposta di matrimonio e cosi dopo la cerimonia nuziale, la coppia di novelli sposi, si trasferisce nella maestosa magione di Manderley. Ad accoglierli un lungo corteo di servitori. E’ un luogo sfarzoso, affascinante ma sinistro, dove ancora aleggia e si percepisce la presenza, della ormai deceduta, ex padrona di casa Rebecca, idolatrata da tutti. La nuova Signora De Winter inizia a provare disagio e a sentirsi inadeguata rispetto alla precedente moglie, descritta da tutti come persona speciale, per fascino e carisma. A metterla in imbarazzo è soprattutto la signora Danvers, la gelida governante che vive nella dedizione e devozione della figura di Rebecca, che nella sua mente malata, ha mitizzato e che mal tollera la presenza della nuova signora De Winter, ritenuta un’intrusa, che si è appropriata di un ruolo che non le compete. La Denvers diventa sempre più scostante e aggressiva, spingendo la moglie di Maxim in un vortice di ossessione e paranoia, inducendola quasi al suicidio, tuttavia una notte, dalle acque del lago antistante, emerge il relitto di una barca a vela affondata, che contiene il corpo assassinato di Rebecca e qui la storia si tinge di giallo e non si rivela il prosieguo per evitare spoiler, anche se credo che tantissimi conoscano il finale.
Tratto dal romanzo del 1938 Rebecca, la prima moglie della scrittrice londinese Daphne du Maurier,datato 1938 un romanzo che Alfred Hitchcock, portò sullo schermo nel 1940, vincendo due Oscar (miglior film, miglior fotografia) a fronte di 11 nomination. Questa versione è una pellicola figlia dei suoi tempi, che tenta, solo in parte riuscendoci, di riattualizzare la storia in chiave moderna. Se la storia mostrata è la medesima, le due versioni diversificano però per tanti aspetti. Quella targata Hitchcock, si reggeva su un cocktail di romanticismo e suspense, quest’ultima da più risalto al lato sentimentale della narrazione, anche a causa di una fotografia e di una scenografia poco adatte a un timbro di maggior suspense, nel complesso la rivisitazione appare sul piano estetico piuttosto elegante, ma poco avvincente nell' articolazione della trama
La pellicola dimostra, come l’originale testo, un’impronta femminista, ma lascia in superfice alcune tematiche narrative, come la divisione di classi e l’esistenza di una aristocrazia che ormai è anacronistica e in totale decadenza. Lily James, nota per la sua partecipazione alla quarta e quinta stagione della serie tv Downtown Abbey, interpreta con sufficiente professionalità la timida narratrice senza nome e novella sposa, ma oltre a vedersela con l’ombra della prima moglie, deve affrontare anche il confronto con Joan Fontaine. sorella di Olivia De Havilland, attrice mitica che non a caso ottenne una strameritata candidatura agli Oscar.
Non meno ardua è stata la sfida toccata ad Armie Hammer, che è Maxim De Winter, ha una pietra di paragone decisamente ingombrante, ovvero Laurence Olivier, uno dei più grandi attori della Storia del Cinema.
Anche Kristin Scott Thomas,che presta il suo volto alla signora Denvers non può reggere il confronto con la straordinaria prova attoriale di Judith Anderson che diede vita a uno dei personaggi più inquietanti mai apparsi sullo schermo
In conclusione Rebecca (2020) è una film passabile, ma è improponibile il raffronto con il capolavoro del 1940, da cui resta lontano anni luce.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta