Trama
Detenuto senza alcuna valida ragione nel carcere di Guantanamo per oltre un decennio, il mauritano Mohamedou Ould Slahi chiede l'aiuto dell'avvocatessa Nancy Hollander per essere difeso, tornare finalmente in libertà e raccontare gli abusi e le torture subite dagli ufficiali statunitensi.
Approfondimento
THE MAURITANIAN: GLI ORRORI DELLA PRIGIONE DI GUANTANAMO
Diretto da Kevin Macdonald e sceneggiato da Michael Bonner, Rory Haines e Sohrab Noshirvani, The Mauritanian racconta la vera storia di Mohamedou Ould Slahi, catturato dal governo degli Stati Uniti e rinchiuso per anni senza aver subito un processo a Guantanamo Bay. La sua è una storia di incredibile resistenza e sopravvivenza che, contro ogni previsione, trova due insperate alleate nell'avvocato Nancy Hollander e nella sua giovane socia Teri Duncan. Attraverso la controversa ma tenace difesa delle due legali e le prove scoperte dal formidabile procuratore militare, il tenente colonnello Stuart Couch, verrà alla luce una cospirazione tanto scioccante quanto di vasta portata.
Con la direzione della fotografia di Alwin H. Küchler, le scenografie di Michael Carlin, i costumi di Alexandra Byrne e le musiche di Tom Hodge, The Mauritanian è una riflessione sull'importanza dello Stato di Diritto e sull'estremismo di ogni tipo ma è anche un film spesso tenero, divertente ed edificante su Mohamedou, un uomo straordinario la cui umanità è riuscita a trionfare cambiando tutti coloro che lo hanno avvicinato. La sceneggiatura si basa sul libro di memorie Guantanamo Diary, scritto dallo Mohamedou Ould Shahi ed entrato nella lista dei best seller del New York Times. Pubblicato per la prima volta nel 2015 in Gran Bretagna mentre Shahi era ancora in carcere, il libro ha catturato sin da subito l'attenzione dei produttori Lloyd Levin, Beatriz Levin e Michael Bronner, che si sono recati fino ad Albuquerque per incontrare Nancy Hollander e Theresa Duncan. Hanno ricordato gli stessi: "Il libro ci ha sorpresi. Siamo rimasti colpiti dall'arguzia, dalla poesia, dall'umorismo e dalla saggezza della scrittura di Mohamedou. La sua storia ci ha emozionati e ci siamo commossi davanti alla sua straordinaria resistenza e alla sua incrollabile umanità, tratti che non ha mai perso nonostante l'esperienza brutale e ingiusta vissuta".
Dopo il rilascio di Slahi nel 2016, Bonner è partito alla volta della Mauritania, iniziando un periodo di intenso lavoro insieme sulla storia e sulla sua trasposizione cinematografica (che nel frattempo aveva catturato l'interesse dell'attore Benedict Cumberbatch, pronto a calarsi nei panni di produttore della pellicola). Tuttavia, The Mauritanian non è un adattamento in senso stretto del libro di memorie: "Mohamedou nel libro ha raccontato la sua storia e, ovviamente, non può avere su di essa una visione differente dalla sua. Questa è la ragione per cui abbiamo scelto di concentrarci solo sui primi due terzi della sua vicenda, fino all'appello. L'argomento è scottante e si hanno grandi responsabilità quando si toccano temi così attuali. Il nostro obiettivo era semplicemente quello di presentare un dramma umano che potesse aprire una discussione e portare a profonde riflessioni grazie anche ai messaggi lanciati da Mohamedou stesso, che è a tutti gli effetti un filosofo arguto e compassionevole", ha precisato la produttrice Leah Clarke.
Il cast
A dirigere The Mauritanian è Kevin Macdonald, regista e sceneggiatore scozzese. Nato a Glasgow nel 1967, ha realizzato diversi documentari che hanno avuto vari riconoscimenti, da Marley a Whitney, passando per i progetti La vita in un giorno e Life in a Day 2020. Tra i lungometraggi di finzione da lui diretti si… Vedi tutto
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Commenti (5) vedi tutti
Nelle corde di un autore che da sempre alterna il registro del racconto personale al cinema di impegno civile, è un film dove interpreti e montaggio sono la chiave di una buona resa drammatica. Non si risparmiano frecciatine alle ambivalenze di un meccanismo giudiziario troppo spesso ostaggio delle contingenze politiche.
commento di maurizio73Film-denuncia assolutamente da non perdere, sia per i contenuti che per le prove attoriali davvero superlative.
commento di pippusL'opera di Mcdonald sembra voler mantenere un basso profilo visto l'argomento assai scottante che tratta, ma a mezz'ora dalla fine decolla invece prepotentemente. La storia è solo parzialmente a lieto fine perchè i criminali che hanno governato e governano gli Stati Uniti difficilmente saranno mai giudicati per i loro misfatti.
commento di bombo1Film di.denuncia da vedere. Cast in stato di grazia
leggi la recensione completa di emilUn Kevin Macdonald che sa il fatto suo e dirige con classe pur perdendosi in troppi rivoli narrativi ingiustificati. Una Foster eccellente e una fotografia meravigliosa rendono questo film qualcosa di arrapante come le gambe di Shailene Woodley mostrate però in altri film in cui fu assai meno castigata da tailleur, qui, da donna pudica.
leggi la recensione completa di 79DetectiveNoir