Regia di Jane Campion vedi scheda film
E' un bellissimo film, non convenzionale, doloroso, che pone domande e mi ha messo a disagio. Benedict Cumberbatch è come il film, insolito, lurido, barbuto come non si è visto frequentemente e con occhi blu chiarissimi incoerenti con il sole accecante delle pianure del Montana e più compatibili con gli scenari innevati che si alternano a scene in cui il caldo asfissiante è qualsi percepibile fisicamente.
Non è facile vedere questo film, il personaggio cui dà vita Benedict Cumberbatch (Phil Burbank) è odioso, provocatorio, fetido di una sporcizia compiaciuta e l'unica volta che lo si vede vestito bene è quando si reca dal medico prima dell'evento che dà un senso tutto nuovo non solo al film, ma proprio a Phil. La sua cattiveria, come spesso capita, nasconde paura, debolezza, rimorsi o tendenze che non si riescono ad accettare fino in fondo o che lacerano l'anima. Bravissima Kirsten Dunst, volutamente imbruttita e invecchiata, che si cala perfettamente anch'ella in un ruolo tormentato, torturato dal passato e dal presente. Singolare e decisiva è la presenza del figlio di lei, Peter, interpretato da un efebico e magrissimo Kodi Smith-McPhee, che riesce a camminare in bilico su un filo sottolissimo, rendendo la sua intepretazione soprendente e originale.
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