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Il potere del cane

Regia di Jane Campion vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il potere del cane

di obyone
8 stelle

 

Benedict Cumberbatch

Il potere del cane (2021): Benedict Cumberbatch

 

 

Venezia 78. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

Anno di grandi ritorni questo 2021. Non poteva sottrarsi al rendez-vous Jane Campion che a Venezia conquistò il primo riconoscimento internazionale vincendo, nel 1990, il Gran Premio della Giuria con il film "Un angelo alla mia tavola". Non appariva al Lido dall'epoca lontana di Holy Smoke (1999) e non girava un film dai tempi di "Bright Star" (2009): in ambo i casi un'eternità. Un gradito ritorno al cinema, prima ancora che alla Mostra, per la regista neozelandese che ha presentato in concorso ciò che è scaturito dal sodalizio con Netflix, ovverosia il tanto atteso "The Power of the dog" tratto dal romanzo "Il potere del cane" di Thomas Savage edito in Italia da Neri Pozza. 

Seppur prodotto per il servizio streaming il film di Jane Campion buca il grande schermo con le maestose cime del Montana* che cingono con un virile abbraccio la tenuta dei fratelli Burbank, allevatori di bestiame nel 1925, anno di frontiera tra il vecchio west, al crepuscolo, e l'era delle automobili e del petrolio destinata a modificare il paesaggio agrario americano con la meccanizzazione del lavoro.

In queste radure cinte dalle montagne, abitate da mandrie e cow-boy, la natura impervia detta le ataviche leggi delle stagioni e della fatica che si trasmettono nel carattere spigoloso di Phil e in quello schivo di George. L'unione tra i due fratelli viene messa a dura prova dall'avvento della vedova Gordon, che sposa George, dopo un breve corteggiamento, e si trasferisce nella fattoria dei Burbank. 

L' arrivo di Rose è, fin da subito, osteggiato dallo scorbutico e violento Phil ed incrina il morboso rapporto tra i fratelli Burbank. L'ancora piacente Rose accentua le crepe di una relazione familiare squilibrata e pregna di silenzi, che forse sono inconfessabili segreti, in cui Phil è intelligente e colto ma si comporta come uno zotico mentre George è un pacato damerino che nasconde dietro le buone maniere inettitudine e scarsa brillantezza. Il ranch di famiglia funziona grazie all'acume di Phil e all'educazione di George che tiene a freno il violento fratello. Se Rose sconquassa, con la sola presenza, le abitudini dei Burbank, diventando oggetto di scherno per il fratello più rude, e di distratta attenzione per quello più timido, è l'arrivo alla fattoria del figlio di lei, Peter Gordon, a destabilizzare l'ambiente. Peter accetta i nuovi equilibri instauratisi al suo arrivo fino a condurre in porto propositi di astuta rivalsa che si compiono in una partita a poker in cui l'astuzia combatte ad armi pari con la più esacerbata mascolinità.

 

Jesse Plemons, Kirsten Dunst

Il potere del cane (2021): Jesse Plemons, Kirsten Dunst

 

"The power of the dog" è una fine opera di tattica in cui Peter Gordon è il puparo e muove marionette che credono di poter disporre di sé o degli altri ma in realtà obbediscono agli strattoni di un filo, dapprima allentato, infine sempre più teso, saldo tra le mani del suo manovratore.

Jane Campion è abile nel creare aspettative che poi vengono disilluse. Quando Phil umilia la cognata, seduta al piano, stuzzicando le corde del banjo con ardore virile la regista sembra alludere ad un rapporto sessuale imminente ma il processo narrativo che sembrava indirizzato verso il più classico ménage a trois, con la donna che si innamora del fratello bello e impossibile del marito, si frantuma ben presto in una cassa di bottiglie vuote depistando e modificando le attese. Allo stesso tempo Rose dimostra quello che è: una donnicciola dedita all'alcool, debole di nervi, incapace di reagire, probabilmente terrorizzata dal ripetersi di un passato di violenze coniugali. In un colpo solo, davanti a quel pianoforte, non solo l'ipotesi del triangolo amoroso evapora in un nulla di fatto ma viene smascherata la personalità della donna apparendo lontanissima dalla femme fatale, furba come una faina, che manipola gli uomini costringendoli ad obbedire ai propri desideri. Anzi, man mano che la trama entra nel vivo prediligendo un nuovo rapporto (a due) tra Phil e Peter la regista mette le carte sul tavolo. Un giornalino nascosto svela le pulsioni sessuali represse da una mascolinità malata mentre un coniglietto sventrato e sezionato trascende la curiosità di un medico in erba per rivelare la cinica e calcolata freddezza di uomo che nasconde ben altro dietro l'atteggiamento effeminato.

 

Benedict Cumberbatch, Kodi Smit-McPhee

Il potere del cane (2021): Benedict Cumberbatch, Kodi Smit-McPhee

 

I preconcetti e i luoghi comuni sono spesso disattesi, ed in questo il film di Campion è sempre un passo avanti rispetto allo spettatore, che si aspetta un violento e bifolco fattore dedito all'alcool trovandosi, invece, di fronte un uomo intelligente e studiato; immagina una certa cultura dietro l'aspetto curato di George ed invece trova un uomo senza talenti; crede di trovarsi al cospetto di una donna forte, invece scopre una sposa letargica e paurosa; fraintende, infine, la mancanza di muscoli ed esperienza come mancanza di coraggio.

"Il potere del cane" imbocca la sua strada con l'arrivo di Peter. Da lì inizia la partita tra lui e Phil che prima umilia il giovane studente di medicina e poi, improvvisamente, modifica il proprio comportamento divenendo untuoso e mellifluo per assicurarsi amicizia e silenzio, cosa che fa impazzire la madre. Peter, però, è più astuto dell'avversario a fa in modo che Phil, uomo rude e dal fisico scolpito, che incide e strappa a mani nude le palle dei tori, abbassi la guardia, e perda il vantaggio di giocare nel proprio campo, un territorio selvaggio e ostile che richiede profonda conoscenza.

Jane Campion dirige con eleganza un quartetto di grandi attori ed usa sapientemente la mdp. Le carrellate orizzontali, gli zoom sugli spazi aperti conferiscono, assieme all'uso caravaggesco delle luci, smodata bellezza ai paesaggi del Montana e agli interni illuminati a petrolio. Molto simile per intensità drammaturgica al precedente "Top of the lake" questo suo ultimo lavoro appaga più la vista e il cervello che il cuore. "Il potere del cane" è brillante ma freddo, focoso ma controllato. Un'opera cruda e viscerale che si prende la briga di analizzare nel profondo un tessuto sociale arcaico e maschilista in cui la diversità va nascosta, la donna va assoggettata, l'intelligenza oscurata dalla violenza. Un film che va oltre la parvenza di un raffinato esercizio di stile per rappresentare il marcio di oggi e ciò che lo alimenta sottotraccia: il potere incontrollato, la violenza, il rancore, la spregiudicatezza sessuale che nasce dal desiderio di possesso. Comportamenti aberranti che viziano le umane relazioni rientrando a ben vedere nel biblico concetto "del potere del cane".

Per chi più assolutamente in sala.

 

*ambientazione montana sì ma la montagna non è in Montana. Come i nostri spaghetti western erano in Lazio e giù di lì così i kiwi-western sono in Nuova Zelanda. ;-)

 

locandina

Il potere del cane (2021): locandina

 

 

 

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