Regia di Stanislav Kapralov vedi scheda film
Raggelante dramma con qualche debole risvolto thriller, che può vantare su una scenografia naturale maestosa e al tempo stesso inquietante. Produzione ucraina girata sulle disagevoli montagne innevate della Georgia, che in parte guarda alla serie norvegese Cold prey (2006), senza tuttavia eccedere nel thriller.
Gudari (Georgia), 2017. A causa di un incidente sulla neve, avvenuto tra due turisti mentre praticano snowboard, muore una bambina di soli 11 anni.
Nel 2020 una coppia americana, composta da Max (Alex Hafner) e Mia (Ivanna Sakhno), dall'America raggiunge il "Georgia Ski Hotel", dislocato in prossimità della loro meta: il Black Ridge, una zona quasi inaccessibile sulla quale praticare snowboard. La zona è interdetta, dato che da tempo sono avvenuti fatti poco chiari culminanti con la scomparsa di turisti o con il rinvenimento del loro corpo privo di vita. E proprio mentre Max e Mia stanno per partire, assistono al recupero di un cadavere. Nonostante gli avvertimenti della receptionist dell'hotel, la coppia corrompe il pilota d'elicottero, facendosi condurre sul picco di Black Ridge. Max e Mia non avranno molto tempo per praticare sport estremo, dal momento che dopo essersi divisi momentaneamente, Max scompare. Al suo posto, in mezzo alla neve, fa la sua comparsa una motoslitta, il cui autista prende di mira Mia.
"Ti avevo promesso una vacanza indimenticabile. Sta per cominciare." (Max alla fidanzata)
Produzione low budget ucraina per il debutto dietro la macchina da presa di Stanislav Kapralov, che per l'occasione sembra ispirarsi parzialmente alla serie norvegese Cold prey (Fritt witt, 2006), se non altro per l'ambientazione glaciale sulla quale si muove un serial killer che accoglie non proprio calorosamente i turisti. In questo caso però il regista non persegue il genere slasher, lasciando il thriller in disparte per concentrare invece lo sguardo su panoramiche maestose e su ambienti climatici inadatti all'essere umano. Let it snow (titolo che deriva dalla canzone di Natale più volte orecchiabile durante la visione, che ha un ruolo fondamentale nel disvelamento dell'identità, nonché sul movente, del killer) inizia alla grande, con riprese in esterni (quasi tutto il film è ambientato nelle incantevoli e un pò inquietanti location naturali della Georgia) e una storia semplice e priva di inutili lungaggini e prolissi dialoghi.
Dialoghi, in parte compromessi dal linguaggio ucraino locale, rarefatti non meno dell'agghiacciante picco innevato di Black Ridge. La bella cinematografia cattura l'attenzione per stile (un paio di riprese aeree lasciano a dir poco incantati) e tecnica, superando in qualità i tanti blockbuster destinati al grande schermo. Però non tutto funziona perfettamente. Dal momento che dovrebbe trasformarsi in thriller Let it snow manifesta i limiti di una sceneggiatura prevedibile (facilissimo intuire l'identità dell'omicida) e frenata probabilmente dalla scarsità di mezzi. Circa a metà tempo infatti inizia la via crucis della protagonista, suddivisa in cinque giorni, che da quel punto - sino oltre i titoli di coda - non farà altro che sgolarsi dalle grida e camminare in mezzo alla neve o tra ruscelli di acqua gelata. La drammatica situazione finisce per essere, a dir poco, ripetitiva e nonostante un finale piuttosto crudo e pessimista, la storia diventa un po' meno interessante.
"La neve possiede questo segreto di ridare al cuore un alito di gioia infantile che gli anni gli hanno impietosamente strappato." (Antonine Maillet)
Trailer
F.P. 12/12/2020 - Versione visionata in lingua inglese e ucraina (durata: 86'23") / Data del rilascio: Polonia, 04/12/2020 - UK, 04/01/2021
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