Il Black Ridge è una montagna della Georgia inaccessibile ai più.
Laggiù, nel tempo, sono scomparsi diversi sciatori professionisti, e
- per ultima - una bambina vittima di una omissione di soccorso.
I fidanzati Max e Mia sono due freerider venuti dall'America per tentare l'impresa, nonostante i continui suggerimenti degli autoctoni di desistere. Poco dopo l'atterraggio sulla montagna, e fatti pochi virtuosismi di snowboard, la coppia si divide.
Ma la discesa sarà un'esperienza senza ritorno.
Forse.
Il 33enne regista sceneggia con Omri Rose una vera e propria discesa infernale nell'animo umano, dandole l'ambientazione gelida e disperante di un pendio quasi impossibile da domare.
Del resto anche il Cocito dantesco era un enorme lago ghiacciato vicinissimo alla fonte del male, come lo è il Black Ridge.
La messa in scena azzecca la location, esaltata dalla fotografia livida di Yevgeny Usanov, ma gli altri locii del male sono poco curati e visibilmente a risparmio.
Tutti gli attori sono abbastanza algidi e inespressivi, anche l'ucraina Ivanna Sachno, già vista nel thriller di Thomas Dunn The Body Tree (2016), che ha l'onere di reggere sul suo volto l'intero film.
Le musiche di Alex Chorny rimandano, platealmente, a quelle psicotiche di Wendy Carlos per Shining.
I costumi sono dell'italiana Milena Canonero.
Nonostante certe lungaggini evitabili, e una sceneggiatura un po' banale, il film visivamente fa il suo dovere, con qualche momento più che interessante (su tutti il colpo di scena finale).
Da seguire attentamente fino alla fine dei titoli di coda.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta