Regia di Antonio Campos vedi scheda film
DISTRIBUITO SU NETFLIX DAL SETTEMBRE 2022
VISTO SU NETFLIX NEL DICEMBRE 2022
I traumi di una guerra sanguinaria restano attaccati all’anima e alla psiche come un tumore devastante che si trasmette geneticamente dal padre al figlio. Cosicché il male si propaga e s’intreccia per le vie imperscrutabili del caso e della geografia, come le diramazioni di un glioblastoma multiforme che si avvinghia al cervello fino a causarne il cedimento. È ciò che accade in questa storia adattata per il grande schermo da Antonio Campos (ben valutato su questo sito il suo Simon Killer del 2012), cineasta statunitense di origini italiane e brasiliane, che si è ispirato al romanzo omonimo (Le strade del male [The Devil All the Time], 2011) del connazionale Donald Ray Pollock.
Quella di Campos è una vicenda in immagini di dolori e lutti irrisolti, di violenza gratuita e di assassini e omicidi in serie, commessi col sorriso sulle labbra con la macabra piattezza indotta dalla consuetudine di stroncare la vita altrui. Ed è anche un film di vendetta inevitabile come il trauma che consuma il cuore e i pensieri, che sballa la percezione della realtà. Al di là di ogni santa messa, oltre ogni precetto biblico, più in là di ogni esaltato sermone e ipocrita predicatore. Nodale, nella primissima parte della pellicola, la scena del soldato crocifisso dal nemico sul teatro di battaglia nel Pacifico sud-occidentale durante la seconda guerra mondiale. Immagine riproposta in flash back proprio per sottolinearne la capacità di avvelenare un’intera esistenza.
Le strade del male: efficace fotomontaggio in cui si riconoscono
da sinistra Tom Holland e Robert Pattinson (foto spietati.it)
Il merito del film è quello di mostrare i serial killer non solo nell’esercizio della loro pervertita violenza ma anche nella loro banalissima e deprimente quotidianità ammorbata degli shock più interiori. È la caratteristica dell’opera che inquieta e coinvolge maggiormente lo spettatore a fronte, invece, di certe debolezze, come gli eccessi con cui sono disegnati alcuni personaggi chiave, o la stanchezza di passaggi del racconto filmato che rischiano di distrarre e spezzare la partecipazione emotiva. Che pure, a tratti, è altissima.
Harry Melling in una scena de Le strade del male (foto hallofseries)
Un cast importante a disposizione del regista - che fra l’altro beneficia di un’ottima fotografia (Lol Crawley) e di una colonna sonora efficace (Danny Bensi e Saunder Jurriaans) – che, com’è ovvio, è un punto a favore della riuscita complessiva. A cominciare dall’appena ventiseienne Tom Holland (giovane interprete londinese lanciato dai più recenti capitoli della saga di Spider-Man a partire da Captain America: Civil War del 2016), protagonista della seconda parte del film e personaggio deputato a raccogliere i nodi venuti al pettine al termine della vasta vicenda di morte e dolore. Troviamo Bill Skarsgård (al fianco di Holland anche un anno dopo nel drammatico Cherry), il sopravvissuto alla guerra e crocifisso egli stesso dalla più brutale delle immagini. Determinante in positivo la partecipazione di due big quali Robert Pattinson (pregevole nel 2019 la sua interpretazione in The Lighthouse) e Jason Clarke (visto di recente in L'uomo dal cuore di ferro del 2017) rispettivamente nei panni del capzioso e libidinoso reverendo e del pervertito fotografo omicida seriale, entrambi causa scatenante della resa dei conti finale. Convincente Haley Bennett (anche in Elegia americana del 2020) nella parte della sorella vittima di uno stupro ignominioso ed Eliza Scanlen (nel cast dell’apprezzato Piccole donne, 2019) in quella della sventurata moglie del folle e sedicente predicatore personificato da un ispirato Harry Melling (ruolo di rilievo nella bellissima miniserie tv La regina degli scacchi).
Jason Clarke in una scena de Le streade del male (foto cinema.everyeye.it)
In un mondo infestato da figli di puttana psicopatici che diffondono i loro disturbi come in una pandemia incontrollata, non c’è spazio per alcun dio e per nessuna giustizia, né divina né terrena. Ma solo per la resa dei conti. Film a tratti difficile e violento, anche psicologicamente. A mio avviso da evitare a ragazzini sotto i sedici anni.
Voto 7.
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