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The Banana Splits Movie

Regia di Danishka Esterhazy vedi scheda film

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La recensione su The Banana Splits Movie

di scapigliato
7 stelle

Chi è cresciuto con il mito infantile dei mitici Banana Splits, non potrà mai credere che possano essere macchine assassine. Ed è proprio qui che risiede l’originalità del film diretto da Danishka Esterhazy: convertire l’immagine innocente e domestica di miti infantili in oggetto di minaccia e orrore incomprensibili, tra l’altro senza modificare esteticamente l’immagine stessa. Swingo (in originale Fleegle), Bingo, Drooper e Snorky sono esattamente gli stessi che tra il 1968 e il 1970 appaiano nel The Banana Splits Show firmato da Hanna-Barbera e che oltre alle rocambolesche avventure slapstick dei quattro pupazzoni antropomorfi (un cane, una scimmia, un leone e un elefante) propone segmenti di cartoni animati come Arabian Knights e The Three Musketeers, più la leggendaria serie avventurosa Danger Island firmata da Richard Donner, successivamente papà de The Goonies (1985). Dopotutto l’horror ha sempre utilizzato la tecnica della risemantizzazione per entrare ancora più profondamente nelle maglie del terrore ancestrale utilizzando per esempio pagliacci, bambole o innocenti spaventapasseri di paglia. Il cambio di significato, ma non di significante, comporta nello spettatore uno spaesamento tale, più esattamente uno “straniamento”, che attiva la paura ancestrale dell’ignoto e quella moderna della minaccia perpetua. Riuscitissime, infatti, sono le scene in cui i pupazzoni, nella loro fissità e spersonalizzazione – altro aspetto generatore di terrore, appaiono sullo schermo all’improvviso, oppure dietro un angolo, con grande efficacia della ripresa e dell’inquadratura.

Nonostante sia lodevole l’appunto registico sulla trasformazione del corpo – il corpo come fantoccio, il corpo come macchina, il corpo come viscere – credo che l’unico difetto del film sia aver trasformato i celebri Banana Splits in robot assassini. Molto più inquietante, enigmatico e gustoso sarebbe stato invece non sapere affatto cosa o chi ci fosse dietro quei simpatici e teneri costumi che saltellano sulle note di The Tra La La Song.

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