Regia di Mark Williams vedi scheda film
Il patto tra questo genere di film e lo spettatore prevede una sospensione della credulità che altrimenti fa saltare il gioco. Che, in questo caso, è iperadrenalinico, ben confezionato e con qualche colpo di scena assestato al momento giusto: tutto quanto si richiede a un film quando si vuole mettere in naftalina in cervello per un’ora e mezza.
Ci sono il poliziesco, il giallo, il thriller, l’action movie. C’è anche il noir. E poi c’è il Liam Neeson movie, che centrifuga insieme tutti i generi precedenti, aggiungendo ingredienti indispensabili: il lato buono del protagonista che compie azioni cattive (Neeson è stato pur sempre Oskar Schindler) e il tema della vendetta. Non fa eccezione questo Honest Thief (l’ossimoro è già nel titolo), nel quale il nostro eroe – dopo avere svaligiato con mosse felpate una decina di banche – si innamora e decide di cambiare vita anche a costo di restituire il malloppo di ben nove milioni di dollari. Ma un paio di agenti senza scrupoli dell’F.B.I. vorrebbero mettere le mani su quel denaro, spedendo al creatore il reo confesso ed eventuali testimoni. Ma non hanno fatto i conti con le attitudini dinamitarde del protagonista.
Come sempre, il patto tra questo genere di film e lo spettatore prevede una sospensione della credulità che altrimenti fa saltare il gioco. Che, in questo caso, è iperadrenalinico, ben confezionato e con qualche colpo di scena assestato al momento giusto: tutto quanto si richiede a un film quando si vuole mettere in naftalina in cervello per un’ora e mezza.
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