Regia di Hannaleena Hauru vedi scheda film
Hanna cerca di fare la regista ma la sua carriera non decolla, fin quando non decide, per gioco e quasi per caso, di realizzare la parodia di una storia d’amore per Instagram. Ma più il gioco va avanti e più la sua fittizia storia d’amore con il giovane Ekku entusiasma il pubblico, regalandole il successo sempre desiderato, e sgretola i rapporti con le persone che la circondano.
Hannaleena Hauru dirige se stessa in questo film in cui si racconta di come si dirige un film. Così la narrazione finisce per assomigliare ad un documentario, dove la realtà si confonde con l’immaginazione e nulla sembra più avere un senso. Un manifesto, come ama definirlo la stessa protagonista nelle battute finali, irriverente e provocatorio in cui si parla di femminismo, di sesso, dei social e si ridicolizza l’ambiente cinematografico.
Per quanto la pellicola risulti scorrevole non riesce mai a coinvolgere totalmente lo spettatore che più volte finisce per distrarsi a causa di scene al limite dell’assurdo. Molto bella la fotografia in cui alcuni colori sembrano prevalere, come il giallo che simboleggia il tradimento e la menzogna, quasi un monito per colui che guarda, forse per questo è posto nella parte iniziale del film, o il rosso che sembra non mancare mai che oltre ad essere da sempre il colore dell’amore, elemento che primeggia nella pellicola, è anche quello dell’ira che resta il sentimento basilare dell’intero svolgimento.
Una pellicola diversa e per questo coraggiosa che punta però tutto sull’ilarità non facendosi prendere mai veramente sul serio.
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