Regia di Yulene Olaizola vedi scheda film
Nel cuore della giungla maya, al confine tra Messico e Belize, un gruppo di raccoglitori di caucciù incontra Agnes, misteriosa giovane che li condurrà al termine delle loro esistenze.
Secondo la civiltà maya Xtabay, è un demone femminile capace di ammaliare gli uomini con la sua bellezza fino a condurli alla morte certa. Dimora nella foresta, ha dei bei capelli neri lucenti che le cadono fino alle caviglie e indossa un abito bianco. Partendo da questa leggenda si svolge la narrazione della suggestiva pellicola di Yulene Olaizola, presentata nella sezione Orizzonti della 77esima Mostra del cinema di Venezia.
Composta con la delicatezza di un quadro in movimento è considerabile come un insieme di pose sceniche, caratterizzate da una fotografia che utilizza palette di verde, marcata in alcuni punti e che scolorisce in altri fino ad ingrigire quando arriva la morte.
Quando si osservano le sequenze in cui la natura prende il sopravvento e le inquadrature si soffermano sullo scorrere del fiume o sulla potenza del vento, si trattiene il fiato per la bellezza che gli occhi riescono a cogliere e pur possedendo un suo carattere scenico sarebbe impossibile non andare con la mente a The Revenant di Alejandro González Iñárritu.
Pochi dialoghi e molti sguardi per la pellicola della Olaizola che vanta la straordinaria interpretazione di Indira Andrewin capace di suscitare emozioni e coinvolgimento fin dalle prime scene. Come una sirena ammaliatrice di pirati pronti a seguirla oltre ogni cosa, si fa portavoce del potere femminile, con la sua pacatezza riesce a divenire un tutt’uno con la calma della natura che la circonda, smascherando definitivamente l’inarrestabile ferocia umana.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta