Regia di Orson Welles vedi scheda film
Per realizzare The Other Side of the Wind Welles aveva realizzato tantissime riprese durante veri party e vere conversazioni con amici e colleghi, in modo da creare alla fine un collage simile a quello visto nella ricostruzione del 2018. Documentò anche questa conversazione lunghissima con Dennis Hopper: lui lo chiama Jake come il protagonista del film di finzione, ma il resto è tutto vero, il dialogo sta avvenendo fra i due registi, fra Welles che 30 anni prima aveva esordito con Citizen Kane e Hopper che aveva da poco realizzato Easy Rider. Welles è sinceramente convinto che Hopper sia enormemente rappresentativo di una nuova stagione del cinema americano, e sembra metterlo alla prova riempiendolo di domande scomode e redarguendolo per ogni incoerenza e per ogni tentativo di sgusciare fuori dalle risposte dovute. Dal canto suo Hopper non ha le idee chiare su quello che è o quello che vuole diventare, ma si dichiara felice e su molte cose riesce a dimostrare una lucidità poetica non indifferente. Welles se ne accorge, ma si complimenta meno del necessario preferendo il rimprovero e preferendo assecondare il nesso logico del loro discorso, con atteggiamento scherzosamente paternalistico. In compenso, essendo il 69, non ha idea di chi sia Bob Dylan. Alla fine concludono che la realtà è cambiata, ma sempre sui binari delle stesse meschinità (spesso tutte americane) che regnavano da decenni; alla fine concludono che gli artisti fanno quello che fanno per capire se hanno qualcosa da nascondere o meno; e alla fine capiscono che il regista è più un mago che un Dio, e che il pubblico come massa è il male per l’integrità dell’autore. Intanto gli operatori di camera bazzicano intorno a loro due e ad altri due componenti della conversazione, con zoomate aggressive e dettagli delle espressioni spesso divertite di Hopper, ma senza mai inquadrare Welles. Welles/Jake disquisisce animatamente ma sta nell’ombra, non lo si vede mai, gli si intravedono solo le gambe al passaggio ma rimane un fantasma come lo è questo Welles che dopo decenni dalla morte continua a tirar fuori film rimontati nello spirito di quel suo tempo e di quella sua incredibile libertà creativa che oggi ancora ci appassiona e ci rende inevitabilmente nostalgici.
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