Regia di Ann Hui vedi scheda film
Venezia 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Nel 2020 il Leone d'Oro alla carriera è stato assegnato alla regista cinese Ann Hui. L'occasione è stata propizia per proiettare al Lido "Love after love", presentato fuori concorso in anteprima mondiale.
Sono quasi 50 gli anni passati dietro la telecamera dalla regista di Hong Kong che, evidentemente, mostra ancora intatto il desiderio di raccontare il proprio paese attraverso lo strumento privilegiato del cinema. In "Love after love" questa urgenza creativa si può facilmente inquadrare nel genere del racconto di formazione sentimentale. Declinato al femminile, tuttavia, il racconto assume significati specifici poiché la regista affronta non tanto e non solo la perdita dell'innocenza bensì lo scontro tra l'universo femminile e quello maschile in un contesto sociale altamente codificato come quello cinese. La storia è ambientata, infatti, ad Hong Kong a ridosso della seconda guerra mondiale, un'epoca estremamente seducente agli occhi dei cinesi contemporanei che sembrano guardare spesso e volentieri al passato prerivoluzionario.Tant'è vero che anche Yonfan ritrae l'ex territorio britannico sotto la luce incantata del ricordo nel recente film d'animazione "No. 7 Cherry Lane". Nonostante i quarant'anni che separano i racconti e la diversa tecnica cinematografica utilizzata dai due autori, è la trasfigurazione del volto della città il comune denominatore delle due opere che sublimano il ricordo di una Hong Kong coloniale dai tratti eleganti, dai gusti raffinati e dalla perfetta fusione tra cultura asiatica e colonialismo britannico.
Altrettanto elegante e visivamente appagante si mostra il film ambientato per la maggior parte del tempo nella villa di una donna facoltosa che ama sedurre gli uomini, ostentare la propria ricercatezza e la propria indole manipolatrice in qualsiasi situazione. La signora Liang ha una posizione rispettabile nell'alta società che si prodiga a mantenere inalterata grazie alle sue innate capacità. La fortuna della donna è quella di non avere marito che le imponga il proprio volere. La signora Liang è libera di avere un amante o due, di spassarsela con uomini più giovani, di ospitare ricchi e facoltosi uomini nella sua casa senza confrontarsi con le apparenze della buona società di Hong Kong. Lo stile di vita della signora Liang non viene messo in discussione nemmeno dalla giovane nipote che un bel giorno attraversa il mugnifico giardino della villa e chiede ospitalità per poter studiare all'università locale. Nell'occidentalizzata Hong Kong anche una donna di Shen Zhen può studiare e contribuire a formare il proprio destino sempre che sia astuta come una volpe e maliziosa come una iena. La giovane Ge Weilong, ammaliata dal lussuoso stile di vita della zia, cade, però, nella trappola di un ricco e vanitoso giovanotto, già nelle grazie della padrona di casa.
In una città quasi incontaminata e immersa nel verde, ben lontana dalla capitale della finanza asiatica di oggi nella quale i grattacieli si spingono sempre più in alto togliendo spazio alla luce e al sole, si consuma un sadico melodramma che ha per protagonista due donne di diversa estrazione. Ricca e disinibita la zia, provinciale e giovane la nipote. Le due donne si scontrano in una lotta al potere in cui è Ge Weilong a soccombere. Il motivo del contendere è George Qiao, bello quanto pusillanime cacciatore di dote. Nel volto di Ge Weilong, ingenua e stolta ragazzina cinese Ann Hui racconta di un universo femminile in balia delle consuetudini, del potere degli uomini esercitato sulle donne, allora come oggi. Hui non risparmia, tuttavia, una critica alle donne stesse, alla vanità che le spinge a farsi la guerra anziché far fronte comune davanti alle avversità. Come i capponi di Renzo, spaventati e inorriditi, che si beccavano mentre andavano incontro, a testa in giù, al loro sventurato destino, le donne di "Love after love" si "beccano" vicendevolmente per dimostrare la propria presunta superiorità anziché allearsi per combattere il nemico comune. Il rapporto consumato con George costringe Ge Weilong ad una riparazione che le preclude il diritto allo studio, all'autodeterminazione, all'amore romantico. Lancinante il momento in cui la giovane ragazza comprende di aver smarrito per sempre la libertà. Rinchiusa nel lusso di una villa nascosta tra gli alberi, ad attenderla ci sono due padroni mentre inizia per lei la sventurata stagione dell'amore dopo l'amore.
Il film di Ann Hui parla del passato ma apostrofa la Cina moderna dove i diritti delle donne sono spesso calpestati dagli uomi ma dove le donne hanno una parte nel perpetrare lo status quo. Una lezione sufficiente per fare della regista cinese un esempio di impegno che la Biennale ha voluto così premiare: "Nel suo cinema ha sempre mostrato particolare interesse per le vicende umane e sociali, raccontando con sensibilità ma anche con la raffinatezza dell’intellettuale, storie individuali che intrecciano temi sociali importanti quali quelli dei rifugiati, degli emarginati e degli anziani. In modo pioneristico, il suo linguaggio e la sua peculiare impronta visiva non solo hanno saputo cogliere gli aspetti più specifici della città e dell’immaginario di Hong Kong ma hanno anche saputo trasporli e tradurli in una prospettiva universale”. Spiegazione sufficiente per scoprire un'autrice tutto sommato poco conosciuta.
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