Nella torrida estate romana due donne ed una valigia ingombrante (e capricciosa, capirete perché) attraversano la capitale dirette chissà dove. Dall'età intuiamo trattarsi di madre (la interpreta Alba Rohrwacher) e figlia (la piccola Maayane Conti), ma dagli atteggiamenti di complicità e pure sfida che intercorrono tra le due, scopriamo che il ruolo naturalmente legato all'età delle due pare per certi versi scambiarsi tra le due, notando la bimba sin troppo posata e saggia, mentre l'adulta cede a comportamenti di ilarità quasi infantili che si alternano giochi di sfida caratteristici dell'età giovanile.
La situazione diventa onirica quando la valigia prende vita e i ritaglia qualche secondo da protagonista. Giunte ad una fontana dalle dimensioni generose, che impedisce alla più piccola di accedere al getto d'acqua che permetterebbe di dissetarla, ecco che il ruolo materno torna a far parte della donna matura, che con un gesto rubato al mondo animale, si riappropria del ruolo materno fornendo una soluzione naturale e meravigliosa in grado di dissetare la giovane creatura.
Il cortometraggio che segna l'esordio in regia di Jasmine Trinca sembra una storiella come tante, non fosse per quel gesto naturale e inaspettato che rende tutto magico, tutto meraviglioso, riportando l'uomo alla sua essenza animale originaria, ovvero a quella autenticità che solo in certi delicati e particolari momenti egli è in grado di tornare a manifestare.
Un gesto che vale un film, seppur piccolo e corto, ma che si illumina di una potenza che lascia il segno sullo spettatore. Brava Jasmine Trinca.
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