Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
È un documentario ordinario (anche troppo) quello di Luca Guadagnino sul genio avellinese delle calzature. Salvatore Ferragamo, idealizzato e tributato senza analisi ma con gratuito tono estatico e celebrativo, viene raccontato tramite la sua voce registrata e quella di Michael Stuhlbarg, ma per tutte le due lunghissime ore scorre la sensazione che si tratti di un accumulo di dati e informazioni, piuttosto che di una ricostruzione cinematografica. L’alternanza fra materiale di repertorio, interviste e riprese dei luoghi reali ha la cadenza scolastica dei documentari televisivi, e il commento musicale accenta e divinizza il personaggio senza leggerne di fatto alcuna sfumatura. Il risultato è interessante fino a un certo punto, candido certo come carta stampata e leggibile, ma anche inerte e senza cinema, trascinato dalla cronaca e mai da sincera commozione, tanto che viene da chiedersi se ne è valsa la pena. E il finale con le scarpe ballerine può risultare trash a buon ragione.
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