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Il ritratto del duca

Regia di Roger Michell vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il ritratto del duca

di obyone
6 stelle

 

Jim Broadbent

Il ritratto del duca (2020): Jim Broadbent

 

Il regista Roger Michell ci ha lasciato lo scorso settembre all'età di 65 anni. Sudafricano di nascita, cosmopolita per esigenza (il padre era diplomatico), Michell si formò in Inghilterra alla scuola di Shakespeare scoprendo ben presto le proprie doti di regista. Al cinema vi arrivò dopo vent'anni di teatro quando gli fu affidata la regia televisiva di un classico della letteratura anglosassone: "Persuasione' di Jane Austin. Il film più famoso di Michell arrivò pochi anni più tardi. "Notting Hill", che univa il glamour hollywoodiano di Julia Roberts all'umorismo inglese di Hugh Grant, uscì nel 1999. Un successo planetario. A poco più di vent'anni da quell'alchimia irraggiungibile Michell si è congedato con "The Duke" presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2020. Da noi è uscito nelle sale dei cinema e dei teatri un mese fa, portando a casa una manciata di monetine permettendo agli appassionati di rendere omaggio al regista. E senza peccare nell'istinto agiografico di chi si appresta a parlare di un artista scomparso direi che Michell ci ha lasciato con un film all'altezza di una carriera che non ha avuto certo picchi di autorialità ma si è mantenuta, quanto meno, lontana dalla mediocrità.

 

Jim Broadbent

Il ritratto del duca (2020): Jim Broadbent

 

"The Duke" è un film che trova nel soggetto e nella rappresentazione dei personaggi principali i propri punti di forza. Non a caso la produzione ha affidato a due premi Oscar (Jim Broadbent ed Helen Mirren) la parte dell'istrionico Don Chisciotte e del fedele e brontolone scudiero in gonnella. La storia, per quanto possa sembrare strampalata, corrisponde al vero. Nel 1961 il dipinto di Francisco Goya "Ritratto del duca di Wellington" veniva esposto alla National Gallery di Londra facendo parecchio chiasso a causa del costo sostenuto per l'acquisto, pari a 140 mila sterline, mentre molti cittadini britannici, soprattutto anziani, vivevano al limite dell'indigenza. Il quadro divenne ben presto famoso grazie alla televisione, e lunghissime code si formarono all'esterno della più importante galleria di Londra per poterne ammirare la bellezza. C'era tuttavia chi non ammetteva un tale sperpero di danaro per una frivolezza. Tra costoro Kempton Bunton che, spesso impegnato a lottare contro i mulini a vento per sostenere le proprie cause, avrebbe utilizzato tutti quei soldi per le necessità impellenti dei bisognosi, soprattutto i vecchi come lui che non avevano un posto fisso e non riuscivano nemmeno a pagare il canone delle BBC.

 

Helen Mirren

Il ritratto del duca (2020): Helen Mirren

 

Roger Michell ha raccontato il clamoroso furto della tavola dipinta ad olio dallo spagnolo Francisco Goya, un caso che si risolse pochi giorni più tardi con la restituzione del dipinto ed il processo intentato al colpevole del furto.

La prima parte del racconto segue le vicissitudini di Bunton, le sue crociate per i diritti civili che gli procurano più guai che ammirazione sia nella piccola Newcastle che nella capitale. Contemporaneamente il regista dedica tempo e spazio a Dorothy Bunton, indurita dalla morte della figlia e dalle inutili lotte del marito. La prima parte ci introduce nel clima familiare, tutt'altro che ameno, di una famiglia proletaria del 1961. Il reportage è efficace ma il ritmo è lento dando l'impressione che nulla venga a succedere. Quando però il dipinto viene restituito e va in scena il processo il film cambia passo. Bunton, alla sbarra, diventa mattatore. Le risate riecheggiano in tribunale ed un umorismo che non trae linfa dalla malizia bensì da un ingenuo ed ideologico candore fa sussultare gli inamidati parrucchini che ornano le teste immobili e sussiegose di giudice e avvocati.

Il reietto Don Chisciotte di Newcastle conquista la giuria con un mix di irriverenza e candore che avvalora la sua battaglia per i diritti elementari.

Il finale conciliatorio avvicina i due coniugi da molto tempo lontani senza eccessive smancerie puntando piuttosto sull'effetto dissipatorio della carica emotiva che si avverte grazie ad una serie di divertenti curiosità, riguardanti la storia del Goya e del suo prestito forzoso, sciorinate nei momenti opportuni.

Wellington divenne così famoso nel 1961 da apparire persino nel film "007 Licenza di uccidere" che Dorothy e Bunton, finalmente complici e rasserenati, guardano in un cinema l'anno successivo. 

 

Jim Broadbent

Il ritratto del duca (2020): Jim Broadbent

 

Da ricordare l'irriverente sequenza in cui il generale Arthur Wellesley, nel suo inappuntabile e altero portamento militare, è costretto in un armadio a spiare da un buco dell'intercapedine la volgare scena di sesso per la quale, forse, rinuncierebbe alle bidimensionalità della tavola e alle numerose mostrine sul petto. Au contraire appaiono eccessivi gli schiamazzi della "nuora" di Bunton in tribunale e l'effetto "Wow" prodotto dal celebre "Urlo"' di Edvard Munch che appare dietro al cavalletto quando il ladro sfila il dipinto in esposizione. Le tre versioni del quadro di Munch si trovano da tutt'altra parte e la sua presenza appare gratuita per quanto vagamente divertente.

Il verdetto della giuria non chiude definitivamente la storia della famiglia Bunton. A calare il sipario sul furto del secolo, che coinvolse la National Gallery, fu la scoperta di nuove prove nel 2013. Furono trovati ed esaminati alcuni documenti che alludevano ad uno scambio di informazioni tra le autorità ed il museo negli anni successivi al furto. Se siete curiosi accomodatevi in poltrona. Tra risate e nostalgici slanci di solidarietà collettiva "The Duke" vi intratterrà con l'essenza del puro cinema inglese e con il commiato che si conviene ad un buon artigiano della settima arte.

 

Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara

 

Helen Mirren, Jim Broadbent

Il ritratto del duca (2020): Helen Mirren, Jim Broadbent

 

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