Regia di Malgorzata Szumowska, Michal Englert vedi scheda film
VENEZIA 77 - CONCORSO
Zhenia è un abile quanto affascinante massaggiatore ucraino dotato di un tocco prodigioso in grado di alleviare sofferenze non solo fisiche, ma anche interiori, ai pazienti che ricorrono alle sue prodigiose cure.
Giunto in un elegante quanto anonimo e freddo sobborgo di una grande città polacca, il ragazzo, con la sua ingombrante ma anche pratica valigetta degli attrezzi, si conquista i favori di molti tra i proprietari delle bianche e fredde villette a schiera che compongono il rinomato sobborgo periferico, che aporezzano il suo tocco, la sua avvenente presenza, ammaliati anche da quella sorta di torpore ipnotizzante che il ragazzo infonde nell'esercizio della sua pratica.
Troverà ad attenderlo famiglie che vivono nel lusso, ma bisognose di quel calore e di quella sicurezza che solo il suo approccio tattile pare riuscire ad assicurar loro.
Ma chi è Zhenia? Un angelo? Un fantasma? Una chimera? Un abbaglio collettivo di gente abbiente ma irrisolta, chiusa ognuna nel proprio gelo esistenziale che nemmeno una famiglia perfetta di facciata è in grado di assicurare?
E, a proposito di freddo, perché la neve minaccia di non ripresentarsi nella routine confortevole e necessaria della sua invernale presenza?
Malgorzata Szumowska non ha bisogno di presentazioni di sorta, e, in coppia col direttore della fotografia Michal Englert, realizza un film enigmatco ed affascinante, ben diretto, fin eccessivamente colmo di simbolismi e scene dalle coreografie accattivanti, per una volta, lontano da quegli eccessi narrativi e drammatici che la cinesta ci ha abituato a fronteggiare spesso nella sua filmografia precedente. Fondamentale la caratterizzazione di personaggi che diventano un archetipo di una società svuotata nei suoi contenuti, anche se ineccepibile nella forma.
Il protagonista, l'aitante Alec Utgoff dal volto zigano, possiede un appropriato phisique du role per meritarsi il suo ruolo cruciale.
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