Regia di Malgorzata Szumowska, Michal Englert vedi scheda film
I traumi vanno scaricati a fuoco lento ma non troppo. Anche perché sennò ad aspettare troppo comincia a scricchiolare il senso di qualsiasi cosa. È il caso della piccola comunità residenziale polacca di Never Gonna Snow Again, uscita da Edward Mani di Forbice (case tutte uguali abitate da casalinghe disperate) e immobilizzata anche di fronte al nonsense, incapace di reagire, perduta nell’ipnosi. L’apparente equilibrio borghese di queste case viene avvelenato da un misterioso muscoloso massaggiatore che sembra dotato di strani poteri magici. L’uomo offre i suoi servizi nelle case ma per l’occasione ipnotizza i suoi clienti e finisce per farli innamorare di sé. Poco chiaro il perché e il per come, i due registi dànno pochi appigli per snodare la matassa. Ciò che conta è il senso di assurdo smarrimento che aleggia in tutta la pellicola, che sembra fare i conti con una storia che sembra lontana (da Chernobyl alla disgregazione dell’URSS) ma che in realtà miete ancora le sue vittime in modi imperscrutabili. Dal conto loro Szumowska e Englert proseguono follia dopo follia indifferenti, sciorinando sfacciate citazioni da Tarkovskij senza farsi troppi problemi. E alla fine tra un dubbio e l’altro, prevale quel senso di piacevole smarrimento che fa sorridere ma fa anche paura, e che lascia con un indicativissimo pugno di mosche senza alcuna risposta.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta