Regia di Kornél Mundruczó vedi scheda film
Impressionante la prima mezz'ora costituita, tolti i primissimi istanti di introduzione, da un unico piano sequenza incentrato sullo sfortunato parto della protagonista: lo sforzo e la concentrazione degli attori in scena (Kirby/LaBeouf/Parker) sono davvero encomiabili, e preluderebbero (sa fa per dire, dato il tempo occupato) ad un film ricco di pathos ed emozioni.A pensarci bene, però, è un peccato (una colpa?) che un piano sequenza così bello, intenso, riuscito sotto ogni aspetto, si ritrovi già riassunto/svelato nella sintesi del plot che lancia e presenta il film. E' una specie di autogol, l'ingenuità del contopiede che ti fa perdere una coppa (un oscar?), una leggerezza procedurale che a mio parere, prosciuga di riscorse tutto il seguito, pur ben concepito e sceneggiato, della vicenda: una Scena Madre come questa, in apertura, sarebbe stata più consona per un mediometraggio di tutt'altra concezione.
Non che manchino, nell'ora e mezza succesiiva, motivi di interesse e di sviluppo. Questi però sono affidati quasi esclusivamente a poche circostanze o a singole prestazioni (il monologo di Ellen Burstyn inquadrata in strettissimo primo piano, ad esempio), ed il film finisce così per mancare di collante, fiacco ed indebolito, in cirsi di ossigeno come la piccola sfortunata che lascia questo mondo dopo i suoi pochi istanti di vita.
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