Regia di Majid Majidi vedi scheda film
VENEZIA 77 - CONCORSO
"Questo film è dedicato ai 152 milioni di bambini sfruttati nel tentativo di sostenere economicamente le relative famiglie".
Ali è un dodicenne costretto dalla miseria a dedicarsi a lavoretti saltuari, come anche piccole truffe messe in atto assieme ai suoi tre fidati amici.
La madre vedova versa in condizioni critiche in ospedale, ed un boss di quartiere offre al giovane di darle un alloggio in cambio di un lavoretto che Ali dovrà compiere con una certa cura e metodicità, e non senza sforzi fisici ed un rischio non indifferente: al ragazzo viene spiegato che sotto il cimitero adiacente la scuola, è custodito un tesoro che il ragazzo dovrà recuperare, attraverso gli scantinati di una scuola posta proprio di fronte.
Per questo Ali e i suoi tre amici si iscrivono per riprendere gli studi prematuramente interrotti, per poter mettere a frutto il loro ingegnoso programma.
Ma le difficoltà in cui versa la scuola e la sensibilità di un insegnante davvero speciale, faranno si che la vicenda si complichi ulteriormente.
Con Sun Children, il regista Majid Majidi realizza una sorta di avventuroso e civicamente impegnato "Goonies in versione tardo neorealista", secondo quella magia cinematograficamente ancora possibile in paesi come Iran o Afghanistan, che finiscono per scontare ancor oggi quelle drammatiche conseguenze civico-sociali tipiche della nostra società di settant'anni e più orsono, ovvero del periodo immediatamente succesdivo alla fine della guerra, che ha reso fertile lo sviluppo di opere d'arte più significative del nostro neorealismo cinematografico.
E Majidi ci spiazza con la scelta del suo protagonista, strepitoso per espressività ed aderenza al ruolo, instancabile, frenetico, sempre guizzante e a fior di pelle per non compromettere il suo progetto di vita appeso ad un filo sempre troppo debole e pronto a spezzarsi.
Un film emozionante, di stampo antico nel senso più positivo si possa attribuire al termine, che riporta in auge lo splendore di un cinema ricco di idee, spunti e stile, come è il cinema mediorientale in questi anni, anche in assenza di maestri irripetibili come il compianto Kiarostami.
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