Regia di Majid Majidi vedi scheda film
Il dodicenne Alì (Zamani, straordinario attore in erba, premio Marcello Mastroianni a Venezia) è orfano di padre e, pur di tirar fuori sua madre dall’ospedale psichiatrico di Teheran nel quale è rinchiusa, farebbe di tutto. Così – tra un lavoretto presso uno sfasciacarrozze e qualche azione illegale – accetta, insieme a suoi tre amici, di iscriversi alla scuola del sole, un’istituzione che vive a stento di donazioni e raccoglie bambini in gravi difficoltà economiche. Ma lo scopo dell’iscrizione non l’acquisizione della licenza media, bensì la promessa, fattagli da un vecchio malavitoso, che sotto la scuola si trovi un tesoro. Alì cerca di costruirsi un futuro a colpi di piccone, ma le cose non andranno come previsto.
Con Farhadi, Javidi, Jalilvand e Panhai, ancora una volta il cinema iraniano mostra una notevole capacità di confezionare racconti avvincenti nel nome di un realismo memore della grande lezione di De Sica. Il film, dedicato ai 152 milioni di bambini vittime di sfruttamento minorile e a tutti coloro che lottano per i loro diritti, è un racconto di formazione che non mira mai alla lacrima facile, optando per un registro quasi documentaristico e con qualche concessione al manierismo, eppure avvincente e capace di restituire la complessità dei rapporti in un contesto tanto difficile e disagiato.
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