Regia di Kiyoshi Kurosawa vedi scheda film
VENEZIA 77 - CONCORSO
"Se tu sei una spia, allora io sono la moglie della spia".
Spie per amore e per il bene della coppia, si potrebbe definire i due membri solo apparentemente male assortiti, al centro del movimentato e complicato contendere della vicenda che regge le sorti del film.
Giappone 1940. Un facoltoso ed intraprendente commerciante giapponese, sposato con una bella giovane donna, durante un viaggio d'affari in Manciuria è testimone di una efferata azione contro civili, che lo induce a cercare di rendere la notizia, di fatto occultata, di dominio pubblico.
Nel frattempo la moglie di costui, amica di gioventù di un carismatico e brillante ufficiale di polizia in carriera, apprende da costui parte di tali notizie, ma ritorte contro l'onestà di comportamento dello zelante marito.
Una volta chiarite reciprocamente le circostanze, la coppia deciderà di separarsi per sbrogliare la compkicata matassa in cui si è imbrogliato il marito, rincontrarsi negli Usa.
Ma il piano fallirà, oppresso da forze troppo impari, e dividendoli per sempre, pur ognuno consapevole della reciproca onestà che li ha mossi a salvaguardia del loro rapporto di coppia.
Dal versatile, apprezzato regista giapponese dal nome impegnativo e sin troppo evocativo dell'omonimo altro collega predecessore ed impareggiabile quanto a notorietà e livello artistico, ma da anni ormai pienamente identificato e circostanziato, Kiyoshi Kurosawa torna in regia, dedicandosi, per la prima volta nella sua lunga e variegata carrieta, ad un film in costume.
Wife of a spy gode di una minuziosa ricostruzione scenografica che sfiora la sontuosità, e non nasconde una sua struttura narrativa composta e controllata, di derivazione tipicamente televisiva, coerente con l'origine del progetto, di concezione per il piccolo schermo, successivamente adattato in una versione più concisa dedicata allo sfruttamento in sala.
La storia si fa seguire con un certo pathos, anche se l'attenzione al dettaglio e al contesto storico, rischiano di fatto di stemperare ed affievolire sin troppo il ritmo e la tensione, che altrove Kurosawa ha ampiamente dato prova di saper gestire in modo più efficace, probabilmente in quanto più libero da orpelli di natura formale, inevitabili nella ricostruzione di ambientazioni datate.
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