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Wife of a Spy

Regia di Kiyoshi Kurosawa vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Wife of a Spy

di obyone
7 stelle

 

scena

Wife of a Spy (2020): scena

 

Venezia 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

Nell'edizione 76 della Mostra fu "Saturday fiction" del cinese Lou Ye a ricreare un'intricata storia di guerra ambientata a Shanghai. Occidentali, cinesi e giapponesi, impegnati a contendersi informazioni vitali a suon di tradimenti e sangue, erano i protagonisti di una spy story elegante nella forma ma inutilmente ingarbugliata. Esattamente un anno dopo è arrivata a Venezia la risposta giapponese al film di Lou Ye. In cabina di regia Kurosawa Kiyoshi per traslare sullo schermo una vicenda ambientata a Kobe nel 1940. Nuova spy story ma ingredienti, sostanzialmente, immutati. Ancora occidentali, cinesi e giapponesi pronti a mescolare le carte sul tavolo per conquistare, a colpi di Risiko, qualche pezzo dello scacchiere internazionale.

La Manchuria, lo stato fantoccio del Manciukuò e l'occupazione giapponese in Cina sono appena accennate da Kurosawa ma ci sono mercanti britannici, spie giapponesi e zelanti ufficiali dell'impero del Sol Levante a muoversi sul campo di gioco alla vigilia della seconda guerra. Un mercante inglese, in Giappone, ha tutta l'aria di essere una spia. Di conseguenza anche Yusaku Fukuhara, un raffinato uomo d'affari giapponese, dai modi occidentali, che commercia con costui, finisce sotto la lente della polizia militare. Il neo promosso ufficiale Yasuharu Tsumori viene incaricato del caso. Conosce, infatti, Satoko, moglie dell'imprenditore accusato di spionaggio, per la quale prova un sentimento d'amore non corrisposto sin dall'adolescenza.

Tutta la trama gira intorno al triangolo amoroso Yusaku-Satoko-Yasuharu e alle tensioni emotive di lei, innamorata del marito, incapace di credere alle accuse dell'ex spasimante ma preoccupata dalle reticenze di Yusaku e da una misteriosa donna con cui il marito avrebbe intrattenuto una clandestina liaison in Manciuria.

Kurosawa gioca con i suoi personaggi. Se Yusaku rimane avvolto da un manto di mistero la dolce Satoko è il vessillo di un candore ormai consumato da un tempo ricolmo di intrighi e guerre ideologiche che alimentano violazioni dei diritti umani e bagni di sangue. Questi ultimi vengono documentati da un filmino clandestino girato in Manciuria per il quale tutti sono pronti a spargere altro sangue.

 

Yû Aoi, Masahiro Higashide

Wife of a Spy (2020): Yû Aoi, Masahiro Higashide

 

Sono le motivazioni a definire i personaggi di Kurosawa. L'legante Yusaku mette da parte la felicità personale per obbedire ad un'ideale superiore di giustizia per i popoli sopraffatti da governi sanguinari. Satoko ama il marito e lo segue nelle sue crociate motivata da un desiderio di appagamento famigliare. Le sue azioni, segno di amore incondizionato, sono intraprese allo scopo di aiutare il compagno più che l'infelice popolo martirizzato dall'Impero. La prospettiva di Satoko è decisamente più ristretta di quella del marito ma sufficientemente ampia da contemplare l'amore per il nucleo familiare a cui appartiene. Completa il climax motivazionale l'ufficiale Yasuharu, intorno a cui gli ideali diventano microscopici. Egli vuole Satoko, sopra ogni altra, cosa ed il potere, di cui è investito, serve unicamente a mettere le mani su una donna diventata, al più, un oggetto da possedere. Se il fulcro della vicenda è Satoko il personaggio più interessante rimane quello di Yusaku, dapprima in bilico tra l'amore della compagnia e le scelte politiche che creano in casa incomprensioni e segreti, dappoi diviso dalla necessità di raggiungere il proprio scopo a cui antepone l'amore della donna, e la necessità di preservare l'incolumità della moglie di cui si serve relegandola dietro le quinte di una messa in scena in cui amore ed egoismo combattono, come soldati armati di diverse e bellicose fazioni, una guerra simile a quella che sta per scoppiare in Giappone.

"Woman of a spy" è dunque un film sull'amore. Quello verso l'umanità, quello per la famiglia, quello rivolto a se stessi. Spesso confluisce nell'egoismo creando ideologie sbagliate, abbandoni, violenze che solo un lampo nel cielo ed un enorme fungo di fumi e vapori riescono a neutralizzare. Elegante e ben confezionato ma anche distaccato, nonostante voglia affondare le radici nel noir e nel melò d'antan, generi per loro natura vibranti ed emozionanti, il film di Kurosawa fa sicuramente il paio con il film Lou Yen nell'invocare la funzione creatrice e ammagliatrice dell'arte. Lou Yen celebrava il teatro, i dietro le quinte ove si nascondeva la doppia anima della sua protagonista in un gioco di specchi in cui arte e vita si compenetravano fino a confondersi. Kurosawa si concentra invece sul prestigioso ruolo educativo e salvifico della settima arte. Un filmino amatoriale ed un vecchio proiettore risolvono una vicenda di spionaggio e documentano le atrocità della guerra in atto affinché le generazioni ne abbiano testimonianza. Il cinema non è affatto morto e gli compete un ruolo da ammonitore della barbarie umane che non devono essere taciute ma proiettate nella flebile memoria dell'uomo. Questo, almeno, secondo Kurosawa Kiyoshi. Impossibile non esserne d'accordo.

 

scena

Wife of a Spy (2020): scena

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