Regia di Andrea Segre vedi scheda film
77ma Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2020) - Fuori Concorso
Il film che apre la Mostra del Cinema di Venezia 2020 (e quindi il mio battesimo al più importante festival cinematografico italiano a cui, per la prima volta, partecipo) è una sentita testimonianza-omaggio alla città che ospita la Mostra, fragile e unica meraviglia che non conta uguali al mondo.
Molecole è un documentario del regista Daniele Segre, intimamente legato alla città lagunare in cui pure non ha mai vissuto, essendo nato a Padova, ma da padre veneziano.
Proprio la figura del padre Ulderico, fisico specializzato nello studio delle molecole e scomparso per un “soffio al cuore”, è centrale in quest'opera, che in parte costituisce una sorta di lettera spedita post-mortem al genitore taciturno, con cui Segre in vita non trovava mai occasione per condividere il proprio vissuto più intimo, che nel corso dei colloqui telefonici veniva rimandato ad incontri dal vivo, però quando si incontravano di persona almeno uno dei due era sempre troppo impegnato da altro.
L'opera era stata inizialmente concepita per parlare dei problemi dell'acqua alta e dell'impatto del sovraffollamento turistico a Venezia; tuttavia, avendo Segre iniziato a girare nel febbraio di quest'anno, i piani sono stati sconvolti dallo scoppio dell'epidemia di Covid-19 e dal conseguente lockdown, che è pertanto subentrato come nuovo tema del documentario (“le molecole del virus”), che segue le reazioni di alcuni veneziani che si muovono increduli per una città deserta come non l'avevano mai vista. Cittadini veneziani, orgogliosissimi e legatissimi alla propria città, ma esasperati dai danni causati dall'acqua alta eccezionale del novembre 2019, che ora devono far fronte ad un'altra emergenza, stavolta sanitaria, come già i loro antenati avevano dovuto fare i conti con la peste. Tuttavia la pandemia rappresenta paradossalmente un'occasione per riappropriarsi della propria città, abitualmente soffocata da un turismo di massa che rischia di renderla invivibile per gli autoctoni.
Il documentario di Andrea Segre ha certamente dei momenti toccanti e commoventi, soprattutto quando rievoca il rapporto col padre ed i rimpianti del regista per non averlo coltivato di più, tuttavia sconta il difetto di voler affrontare tanti, direi troppi, temi eterogenei (il suo rapporto personale col padre, le difficoltà dell'abitare a Venezia, l'acqua alta, l'emergenza coronavirus ecc) che, in poco più di un'ora, non può certamente sviscerare, ma solo accennare, dando quindi l'impressione di saltare di palo in frasca.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta