Regia di Chris Marker vedi scheda film
Tre amici fotografi commentano una selezione di scatti effettuati attorno al mondo nel decennio precedente, fra la metà degli anni Cinquanta e la metà dei Sessanta.
Due uomini e una donna, tre amici fotografi, commentano in voce off una carrellata di immagini provenienti da tutto il mondo, mettendo così in scena un dialogo a tre voci sui più disparati argomenti: dalla politica alla religione, dagli animali ai bambini, dal lavoro alla vita sociale, dai volti della gente alle lapidi dei cimiteri e via dicendo. Chris Marker colpisce ancora: il suo cinema sperimentale riesce sempre a lasciare il segno, anche con pochi o semplici mezzi come in questo caso; poche di certo le fotografie utilizzate non sono, ma rispetto alla realizzazione di una pellicola su di un set, questo If I had four camels (Si j’avais quatre dromadaires: non è ben chiaro come nella traduzione inglese i dromedari siano diventati cammelli) è certamente parecchio più semplice. Cinquanta minuti in tutto, in bianco e nero, con un’idea di fondo – quella di raccontare la vita contemporanea attorno al pianeta – condivisa con i coevi mondo movies, ma le somiglianze fra il filone morboso e scandalistico lanciato da Jacopetti & soci e questo lavoro di Marker si esauriscono qui. La sua indagine è infatti rispettosa e profonda, il suo sguardo documentaristico nel senso della parola e, va senz’altro aggiunto, il suo uso della macchina da presa molto moderno: Marker va infatti a scandagliare le singole immagini muovendosi al loro interno e zoomando quando necessario, dando vita per quanto possibile agli scatti. Per quanto si sia sempre distaccato formalmente dalla Nuovelle Vague, il vero autore innovativo, ambizioso, personale e degno di nota del cinema francese di metà novecento è proprio Chris Marker. 6,5/10.
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