Trama
Mustafa e sua moglie Salwa provengono da due paesi palestinesi distanti solo duecento metri, ma separati dal muro. Questa strana situazione sta influenzando in negativo un matrimonio che altrimenti sarebbe felice. La coppia comunque fa il possibile per farlo funzionare. Quando è buio, Mustafa accende una luce nel suo balcone per augurare la buonanotte ai figli che sono dall'altra parte e che, a loro volta, rispondono con un segnale. Un giorno Mustafa riceve la telefonata che ogni genitore teme: suo figlio ha avuto un incidente. L'uomo si precipita al checkpoint dove pieno d'angoscia è costretto a fare la fila. Un'attesa inutile a causa di un problema con le sue impronte digitali. L'ingresso gli è negato. Disperato, Mustafa chiede aiuto a un contrabbandiere per oltrepassare il muro. I duecento metri si trasformano in un'odissea di duecento chilometri, alla quale si uniscono altri viaggiatori determinati a oltrepassare quella barriera.
Approfondimento
200 METRI: SUPERARE LE BARRIERE (NON SOLO FISICHE)
Diretto e sceneggiato da Ameen Nayfeh, 200 Metri racconta la storia di Mustafa e della moglie Salwa che vivono a 200 metri di distanza in due paesi palestinesi separati da un muro. Un giorno, Mustafa riceve la telefonata che ogni genitore teme: suo figlio ha avuto un incidente. Precipitandosi verso il checkpoint israeliano, Mustafa si vede negato il permesso di varcare il muro per un tecnicismo. Poiché l'amore di un padre non può essere fermato da nessun ostacolo, non si arrende e si propone di tentare anche l'impossibile per raggiungere il figlio. Sarà così che i 200 metri di distanza si trasformeranno in un'odissea di 200 chilometri quando, senza altra opzione, Mustafa tenterà di passare dall'altra parte del muro di nascosto.
Con la direzione della fotografia di Elin Kirschfink, le scenografie di Bashar Hassuneh, i costumi di Fairouze Nastas e le musiche originali di Faraj Suleiman, 200 Metri è stato così presentato dal regista in occasione della partecipazione al Festival di Venezia 2020 nella sezione Giornate degli Autori: "Ho ricordi di cui non ho quasi più memoria o su cui forse ho paura di soffermarsi. L'oppressione ti aliena in quanto nega i tuoi diritti fondamentali, soprattutto quando inizi ad adattarti. Una separazione forzata fa molto male. 200 Metri è la mia storia e quella di migliaia di palestinesi. E le storie possono di certo cambiare le vite: credo nel potere del cinema e nel modo in cui influisce magicamente nelle nostre vite. Avevo il bisogno di raccontare questa storia".
"Quando si parla di Palestina, a tutti vengono in mente immagini di muri, posti di blocco e soldati", ha proseguito Nayfeh. "Sebbene queste immagini siano presenti anche in 200 Metri, l'attenzione si concentra sulle conseguenze che la separazione ha su noi come esseri umani e sulla volontà di far luce sulle barriere e muri invisibili che nascono da quelli fisici e reali. Qui in Palestina siamo abituati ad adattarci alle nuove situazioni, a fare come ci viene detto e a camuffare i nostri sentimenti. Ma questo non dovrebbe essere più accettabile. La libertà di movimento è un diritto umano fondamentale che in una realtà così brutale sembra quasi una favola. Mustafa, il protagonista, ha sempre obbedito alle regole, sopportato l'umiliazione e fatto come gli è stato detto per assicurarsi una piccola possibilità di stare con la sua famiglia. Ma, quando le stesse regole che hanno alienato la sua vita mettono in gioco la sua famiglia e la sua paternità, non sarà più disposto a obbedire".
Ha infine concluso: "200 Metri tocca generi tra loro diversi, passando dalla storia familiare al dramma sociale, dal road movie al thriller. Sono stato influenzato dagli insegnamenti del mio professore, Dewi Grifiths, che ha sempre ribadito l'importanza del genere. Quando nel 2010 ho iniziato a scrivere la sceneggiatura, pensavo di farne un road movie. Il genere era per me l'obiettivo principale ma con il tempo la storia ha preso pieghe molto differenti, includendo elementi appartenenti a generi differenti. Ho allora deciso di abbandonare l'idea del film di genere e di concentrarmi soprattutto sulle emozioni in gioco e sul protagonista".
Il cast
A dirigere 200 Metri è Ameen Nayfeh, regista e sceneggiatore palestinese. Nato nel 1988, ha trascorso i suoi anni formativi tra la Giordania e la Palestina. Nonostante l'interesse per il cinema, nel 2010 si è laureato in infermieristica presso l'Università Al-Quds di Gerusalemme Est. Due anni dopo, ha conseguito… Vedi tutto
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Commenti (3) vedi tutti
Il dramma dei palestinesi che vivono e lavorano tra la Cis-Giordania e Israele è il tema principale del film. Il che lo rende già importante. Ma la storia per quanto interessante viene altrettanto banalizzata da una quotidianità molto più drammatica rispetto a quanto riprodotto in cinepresa. Il dramma andava raccontato con più coraggio. Voto: 5
commento di GARIBALDI1975Interessante, ma zeppo di chiacchiere inutili e noiose.
commento di gruvierazDuemila anni di distanza dal discorso di Calgaco, capo dei Britanni, alle sue truppe in assetto di guerra.Allora erano i Romani, hanno fatto scuola al mondo intero.
leggi la recensione completa di yume